01:11 min

interviste

Muselli: “Conte l’ho sempre ritenuto “antipatico”, ma anche perché è un vincente”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
Il celebre attore anche per aver interpretato “SangueBlu” in Gomorra è intervenuto a Radio Punto Zero

Arturo Muselli, attore, celebre anche per aver interpretato “SangueBlu” in Gomorra, è intervenuto a Napoli Magazine Live, su Radio Punto Zero. Ecco quanto ha affermato: “Gomorra è stato un capitolo importante della fiction italiana, ha rivoluzionato il concetto di serialità italiana, possiamo dire che c’è stato un prima e un dopo Gomorra, come successe analogamente quando uscì “La piovra”. Nella professione del calciatore mi dichiaro un “amatore professionista”. Ricordo che la serie Gomorra fu criticata prima ancora di dover uscire e già questo racconta molto, c’è un momento in cui mentre stavano incominciando a girare la serie, molte persone uscirono con striscioni contro. Possiamo dire che Gomorra nacque sotto una cattiva stella, ma alla fine riuscì a catturare tutti e prendere notorietà, soprattutto all’estero dove hanno sempre visto la serie nel modo giusto, capendo il messaggio anche più degli spettatori italiani.

Antonio Conte? E’ un vero comandante, l’ho sempre ritenuto “antipatico” ma anche perché è un vincente, infatti è celebre la sua frase “sono antipatico perché vinco”, diciamo che quest’anno non sarà antipatico per i tifosi azzurri anche se leggo alcune critiche da parte delle tifoserie avversarie come se non meritassimo un’allenatore di questa caratura. Bisognerebbe non cadere nella trappola, adesso dobbiamo goderci l’arrivo di Conte e la mia percezione è che quest’anno ci sia una fase di vera costruzione nel Napoli, mentre lo scorso anno si cercava di “conservare”. Non penso che tutti gli errori che sono stati fatti siano dovuti a un non voler prendere sul serio la questione, sono stati fatti dei tentativi che si sono rivelati sbagliati, mentre quest’anno abbiamo iniziato a costruire in maniera seria. Anche la presenza di Oriali, una figura e una presenza che il Napoli non ha mai avuto, è una vera svolta e una costruzione di qualcosa di diverso. Noi tifosi meritavamo un momento di vera costruzione e mi sembra che questo stia accadendo.

Il personaggio di Sangue Blu come la situazione Di Lorenzo? Per il mio personaggio è capitato un momento di smarrimento perché non aveva più nulla in cui credere, nel momento in cui è ritornato “l’immortale” Ciro Di Marzio, è tornato a credere in qualcosa. Nel Napoli, lo scorso anno, c’era la sensazione che non ci fosse nulla in cui credere, faccio un po’ fatica a legare Di Lorenzo al mio personaggio perché dal suo punto di vista c’è anche la presenza del suo procuratore che ha un peso netto sul malcontento venutosi a creare. In questo momento sarebbe stato elegante non parlare e agire in maniera più discreta. Non ho gradito determinate dichiarazioni e questa forma di comunicazione.

Cedere Kvaratskhelia? Il cuore dice di no, è un simbolo di questo Napoli così come Lobotka, ma anche Di Lorenzo che nonostante tutto è il nostro capitano e anche per questo era meglio essere più discreti nelle dichiarazioni. Su Kvara è dura perché in questo calcio i soldi la fanno da padrone. Per me adesso è un periodo di scrittura, dove sto lavorando di più a teatro e sono tornato a fare cose con la mia compagnia, attendendo anche alcune risposte. Vedremo cosa ci dirà il “campionato degli attori”.


Se Call My Agent riproduce fedelmente il mondo degli attori? A volte è anche peggio! Credo che devi sempre essere fortemente motivato per fare un certo tipo di lavoro, superando ogni difficoltà. Nel mondo del cinema e dello spettacolo ci sono tante situazioni da dover risolvere e bisogna sempre stringere i denti e continuare a lavorare. Un po’ come un calciatore in panchina che aspetta la sua occasione”.