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Mihajlovic, la moglie: “Il Bologna ha onorato fino all’ultimo il contratto di Sinisa”

Mihajlovic, la moglie: “Il Bologna ha onorato fino all’ultimo il contratto di Sinisa” - immagine 1
Arianna ha parlato di suo marito alla vigilia del match tra i biancocelesti e i rossoblù, le due squadre del cuore del serbo
Sara Ghezzi

Sinisa Mihajlovic è scomparso il 16 dicembre del 2022 lasciando nel mondo del calcio un vuoto enorme soprattutto in chi ha incrociato il suo cammino. A distanza di mesi sua moglie Arianna è tornata a parlare sull'esperienza al Bologna di Sinisa terminata con un esonero che lo fece rimanere male. A seguire un estratto dell'intervista rilasciata a Il Messaggero.

Mihajlovic, la moglie: "Il Bologna ha rispettato fino all'ultimo il contratto"

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Sul percorso dopo la morte del marito: "Il professionista a cui mi sono rivolta ad un certo punto mi ha detto: Arianna, o ti rialzi e vivi per te e i tuoi figli, oppure ti lasci andare e te ne vai come Sinisa. Frasi forti, che mi hanno scosso e ricordato chi sono: vengo dalla borgata, ho avuto una palestra di vita molto pesante e oggi raccolgo i frutti di quella esperienza. Non lo nego, niente è come prima, ma ho dei figli meravigliosi e una nipotina. Ho deciso di vivere".


Su Lazio-Bologna: "È la partita di Sinisa, tornerò allo stadio e mi riavvicinerò al calcio da cui mi ero allontanata. Ci tengono anche i miei maschietti, sono tifosi sfegatati della squadra biancoceleste".

Sui tifosi delle due squadre: "Bologna è una città speciale che ci era entrata nel cuore ancora prima della malattia. E durante il percorso di sofferenza è diventato un amore viscerale: le settimane in ospedale, la sofferenza al campo di allenamento. Tutto condiviso con gente meravigliosa. Ma anche i tifosi della Lazio sono speciali, non mi hanno mai fatto sentire sola. Amavano Sinisa come quelli del Bologna, sia chiaro. Due ambienti speciali".

Sull'esonero e il Bologna: "Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male, d’altronde lo aveva anche detto. Non si sarebbe mai dimesso, voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un’altra strada e non posso giudicare: ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario, che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze. Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti, Di Vaio: nessuno mi ha dimenticato, una società speciale e una città speciale. Anche con Sabatini c’era un rapporto pazzesco".

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