L'ex portiere ha parlato dell'estremo difensore azzurro
“1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mario Ielpo, ex portiere di Milan e Cagliari, oggi avvocato. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Ielpo: "Meret ha doti importanti anche se viene spesso criticato"
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Fra le squadre maggiormente in difficoltà c’è il Milan: la posizione di Fonseca è già traballante…
“Come spesso succede, anche al Napoli l’anno scorso, non è mai chiaro qual è l’unico problema: c’è un susseguirsi di fattori, che fanno avere un ambiente altalenante, senza determinare le responsabilità dei singoli. Il fatto che il mercato si sia protratto così a lungo, e lo stesso arrivo di nuovi giocatori all’ultimo giorno, il nuovo allenatore, la proprietà ha cambiato ossatura… Tutti questi cambiamenti, non portano sempre cose buone. È evidente che, la scelta dell’allenatore, non è stata presa bene, ed ecco che ci sono scricchiolii”.
Ibrahimovic cosa fa nel Milan? Che ruolo ha?
“Va’ chiesto a lui. Mi sembra che la proprietà abbia voluto eliminare quelle figure dirigenziali che si frappongano fra la dirigenza e la squadra. Tutte le figure classiche non ci sono. C’è solo Furlani, che è della parte economica. E poi c’è Ibra, che fa parte della dirigenza sportiva. Ma, mi sembra, che questa proprietà, voglia eliminare quelle classiche infrastrutture, classiche del nostro campionato italiano”.
Qual è il suo pensiero su Meret? Qui a Napoli è sempre nel mirino della critica…
“Meret ha doti importanti, anche se ciclicamente tornano sempre le solite critiche immeritate. Ci sono quei giocatori che partono con le stimmate dell’essere campione, e poi, dopo anni, si cambia giudizio. Meret commette qualche errore in particolare con i piedi e viene subissato dalle critiche. Si dev’essere più moderati. Questo gioco dal basso espone chiunque, anche i portieri. Ma bisogna metterlo in conto. Non si ragiona più col metro di trent’anni fa, che il portiere deve rischiare il meno possibile, e non si cercava il possesso palla. All’epoca, il portiere, poteva prendere addirittura il pallone con le mani, se c’era un retropassaggio...”.