Due grandi sfide per lei.
«Il Napoli trovai una situazione unica. C'era da rifondare la squadra ma anche il club, che non aveva dipendenti e sede. Fu una rifondazione fisica e tecnica. Anche a Bergamo arrivando in un periodo delicato».
Percassi puntò forte su di lei.
«Aveva bisogno di un dirigente con esperienza nel costruire le squadre in poco tempo: non sapevamo quale campionato avremmo giocato quando arrivai, si era nel bel mezzo della bufera per calcioscommesse, c'era un processo in atto che si concluse a fine estate, rischiavamo la retrocessione. Non sapevamo che calciatori prendere. Alla fine riceveremmo 6 punti di penalizzazione in A e costruiamo una squadra in cinque giorni».
Quanto sente di aver dato ai due progetti?
«Sono riuscito a mettere fondamenta solide da una parte e dall'altra. Sapevo che entrambi i club avrebbero poi fatto strada. Per un dirigente l'importante è quello che si costruisce: quando vai via, il tuo fiore deve germogliare e non appassire».
A Bergamo era diventato uno di famiglia.
«In campo facemmo bene fin da subito. Luca Percassi era un grande competente, diventò per me un fratello minore. Mi fece prendere casa accanto alla sua, la sera le nostre famiglie stavano insieme».
Conoscenza Conte e Gasperini: quanto vorranno vincere oggi?
«Entrambi hanno la mentalità di chi vuole vincere sempre. Uno dovrà dimostrare all'altro di essere più bravo».
Conte ha anche detto che l'Atalanta potrebbe essere un esempio per il nuovo ciclo del Napoli.
«L'Atalanta è un esempio per tutti. Ma il Napoli non deve avere niente da invidiare. Ha un bacino d'utenza unico e poi negli ultimi anni ha fatto sempre il meglio, lo scudetto e le numerose partecipazioni in Europa ne sono la testimonianza».
Farebbe acquisti in questo Napoli per il mercato di gennaio?
«Senza dubbio. Conte chiederà al club sicuramente qualche ritocco nella finestra invernale. Un po' per rinforzare ulteriormente la squadra, un po' perché penso che anche le rivali più accreditate per lo scudetto vorranno rinforzarsi».
Napoli e Atalanta saranno portavoce del calcio italiano in Europa il prossimo anno?
«L'Atalanta sì, come già fa quest'anno in Champions. E ci sarà anche il Napoli, dalla porta principale e con lo scudetto in tasca magari. Io sono molto fiducioso sulla stagione azzurra».
La sua certezza si chiama Conte.
«Ha portato una mentalità unica, ha iniziato al meglio un ciclo che doveva per forza di cose innovarsi. Dico bravo a lui ma bravo anche a Aurelio: non era facile per De Laurentiis scegliere questo allenatore dopo l'ultima stagione in negativo».
Si sfideranno anche due grandi attaccanti.
«Retegui lo conosco da quando era in Argentina. Lo avevo seguito. Prima del passaggio al Genoa scrissi sui social che mi ricordava Denis, che aveva avuto a Napoli e a Bergamo. Sono stato felice per lui quando è arrivato all'Atalanta. Lukaku ha bisogno di ritrovare quel fuoco che ha fatto vedere a Milano. Non può essere il calciatore che abbiamo visto contro Empoli o Lecce».
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