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Pro Sesto, l’ex DS: “Lo presi io dall’Empoli, può restare in prima squadra al Napoli”

marianucci napoli
A 1 Station Radio è intervenuto Gianni Califano, ex DS della Pro Sesto
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gianni Califano, direttore sportivo della Fidelis Andria ed ex Pro Sesto, soffermandosi sul possibile approdo di Luca Marianucci al Napoli. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Pro Sesto, l'ex DS su Marianucci al Napoli

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Fu lei a portare Marianucci dall’Empoli al Pro Sesto. Cosa aveva visto in questo ragazzo? 

"È stato un po’ più facile per me perché l’anno precedente ero a Livorno come direttore sportivo, e Luca Marianucci era un ragazzo della Primavera ed Under 18. Già allora volevamo portarlo a Livorno e devo dire che è stato Marco Braccini, il direttore tecnico con cui lavoravo, a segnalarmelo. Alla fine non se ne fece nulla perché non riuscivano a prendere il quarto difensore per la Primavera, quindi lui rimase all’Empoli con quel ruolo. Quando poi ho iniziato l’avventura da direttore sportivo della Pro Sesto, ho continuato a seguirlo. Giocando vicino a Livorno, spesso andavo a vedere le partite dell’Empoli. Ho seguito la sua crescita per tutto l’anno e, appena si è presentata l’opportunità di portarlo in Serie C, non ho avuto dubbi: l’ho considerato subito pronto. A dire il vero, non c’erano molte richieste per lui, anzi quasi nessuna. Però io vedevo un percorso in crescita, un ragazzo che migliorava continuamente. Così lo portai alla Pro Sesto, certo che avrebbe trovato il suo spazio. Non avrei immaginato che avrebbe giocato subito 30-32 partite, ma il merito è stato anche dell’allenatore, che dopo pochi giorni mi disse: 'Questo ragazzo è forte, mi dispiace non averlo comprato prima'. Era chiaro che fosse destinato a emergere. Marianucci ha iniziato un percorso di crescita importante, nonostante la squadra abbia avuto qualche difficoltà. Quei problemi, però, derivavano più da alcuni giocatori esperti che non hanno dato il giusto supporto ai giovani. Eppure, nonostante tutto, lui ha continuato a crescere. Il fatto che l’anno dopo sia passato dalla Serie C a giocare contro Juventus e Milan la dice lunga sulla sua evoluzione. Dopo pochissimi mesi, è diventato un difensore ambito sul mercato".


Quali sono le caratteristiche che più l’hanno colpita di questo ragazzo? 

"Innanzitutto, il fisico. Ho notato che si migliorava costantemente, si asciugava e diventava sempre più agile. Parliamo di un ragazzo alto più di 1,90, che all’inizio poteva sembrare un po’ pesante, ma con il tempo è diventato più leggero nei movimenti e molto veloce. Tecnicamente è molto forte, infatti ha iniziato come centrocampista ed è stato arretrato per necessità, e ha grande personalità, qualità difficili da trovare in un difensore così giovane. Lui nasce come centrocampista, poi è stato arretrato in difesa, e questa esperienza si vede nel modo in cui gioca la palla con serenità. Se dovessi disegnare un difensore moderno, avrebbe proprio le sue caratteristiche: forte di testa, veloce, tecnicamente dotato. Forse, in passato, aveva un po’ di superficialità nel gioco, ma era normale per l’età. Pian piano ha affinato la consapevolezza e migliorato la percezione del pericolo, aspetto fondamentale per un difensore. Anche lo staff tecnico dell’Empoli ha fatto un grande lavoro con lui. Se l’Empoli ha deciso di non mandarlo più in prestito, ma di tenerlo, significa che hanno valutato bene il suo valore. Alla fine, però, il merito principale è sempre suo: noi possiamo scoprire i talenti, ma sono loro a dover fare i sacrifici per emergere. E so quanti sacrifici ha fatto, insieme alla sua famiglia".

Marianucci è già pronto per un ruolo da comprimario al Napoli, o pensa che verrà mandato in prestito per maturare ulteriormente? 

"Mi hanno fatto una domanda simile quando lo presi alla Pro Sesto e, più recentemente, quando l’Empoli ha deciso di puntare su di lui. Io credo che tutto dipenda da come si porrà e dalla percezione che darà appena arriverà. Personalmente, penso che possa rimanere nel giro della prima squadra del Napoli. E mi sbilancio: per me ha un futuro da giocatore da Nazionale. In una difesa a tre può giocare sia da centrale sia da braccetto, anche se lo vedo meglio come centrale perché sa giocare bene il pallone. Anche in una difesa a quattro è perfettamente a suo agio. Non lo vedo, invece, come un terzino: non è il suo ruolo ideale. Quindi, in definitiva, è un difensore moderno, completo e con grandi prospettive".

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