"Challenge può essere una soluzione? Sono sempre stato favorevole perché ritengo che il VAR debba essere a servizio del calcio, al momento è solo al servizio degli arbitri. Mi rifaccio all'esperienza americana dov'è presente il challenge e penso che ci arriveremo, ma non nel breve termine".
"Comunicare anche allo stadio? C'è una narrazione che un po' svia la realtà. Su questo non sono d'accordo perché non cambierebbe nulla. Negli USA annunciano qual è stata l'infrazione punita. Non la vedo come una grande opportunità o un innovazione necessaria".
"Fallo di Kempf su Anguissa? Uno step on foot da cartellino giallo, non ci sono i presupposti per un cartellino rosso. L'arbitro comunque non l'ha visto, capita che gli arbitri sbaglino".
"Intervista agli arbitri nel post-partita? Non credo che sarà mai possibile, non vedo quale sarebbe la ricchezza che se ne trae. Dopo la partita, gli arbitri non vedono nulla, sono in spogliatoio a fare rapporto, a cambiarsi, a colloquio con l'osservatore. Un'intervista dopo la partita sarebbe un assedio su qualcosa che l'arbitro non ha potuto neanche rivedere. Credo che sarebbe interessante se gli arbitri si aprissero a interviste 2-3 giorni dopo".
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