Sul confronto con altri sport:
“Nel basket, ad esempio, davanti al monitor non ci sono ex giocatori, ma solo arbitri. E nel basket i contatti sono molto più frequenti rispetto al calcio. Questo accade perché ognuno ha il proprio ruolo: la competenza che ha un arbitro non può averla un giocatore, non per una mancanza di intelligenza, ma per una questione di esperienza. Gli arbitri arrivano a padroneggiare il regolamento solo dopo anni di studio e pratica. Quando ero in Serie C, imparavo ancora molto sul regolamento, e questo dimostra quanto sia lungo e complesso il percorso per diventare arbitro. Pensare che un giocatore, anche con una carriera di alto livello, possa improvvisarsi arbitro è irrealistico. Ci vogliono anni di studio e formazione specifica per acquisire le competenze necessarie”.
Sul tocco di mano di Olivera:
“Il tocco di mano di Olivera non è punibile. Si tratta di un contrasto tra giocatori, con le braccia che, tutto sommato, si trovavano in posizioni non congrue per un fallo da rigore. La soglia per assegnare un rigore deve essere molto alta, e in questo caso non ci sono gli estremi”.
Sul campionato:
“Inter e Napoli sono due squadre che si contenderanno il titolo fino alla fine. Il campionato è estremamente aperto: ci sono sei squadre che possono lottare per un posto in Champions League, e tra queste quattro hanno le carte in regola per vincere lo scudetto. Parlo di Inter, Napoli, Atalanta e Juventus”.
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