Gli azzurri rendono meglio con il 4-3-3 o con la nuova impostazione di Mazzarri?
“Secondo me il Napoli è costruito per giocare con il 4-3-3. Tuttavia, il modulo era interpretato diversamente da Spalletti. Ad oggi, forse, Mazzarri si sente più sicuro con la difesa a tre. Soprattutto, Walter può oscillare in base alla partita e all’avversario. Con l’Inter e la Lazio puoi scegliere di coprirti con la difesa a tre mentre con il Verona si può optare per il 4-3-3”.
Prestazione solida contro la Lazio ma non priva di polemiche…
“Il problema era come sia arrivava a quella partita. Viste le assenze, le soluzioni a disposizione del mister erano compromesse e sarebbe stato un errore di presunzione scegliere di giocare una partita spavalda. Tralasciando la Supercoppa, la Lazio arrivava da quattro vittorie consecutive in campionato e la vittoria in Coppa. Inoltre, è un punto che prende valore se il Napoli saprà vincere contro il Verona”.
Il Napoli che ha visto sino ad oggi, con la gestione Mazzarri, creda possa essere all’altezza del quarto posto?
“Oggi sono sessanta giorni che Mazzarri è sulla panchina degli azzurri e, se il Napoli riuscirà a recuperare tutti i giocatori, resta sempre una squadra forte. La squadra ha pagato il cambio di allenatore, la partenza e qualche defezione. Per un allenatore, non lavorare con il gruppo al completo è sempre un grosso problema. Da oggi, però, parte un nuovo campionato per il Napoli. Quando si recuperano calciatori del calibro di Anguissa e Osimhen può beneficiarne tutto il gruppo. Il vero dubbio è capire quale sarà il profilo tattico scelto dal tecnico. Si sceglieranno le due punte o i tre d’attacco? I quattro dietro o la difesa a tre? È questo che il Napoli deve mettere a posto”.
Al Napoli serve davvero Nehuen Perez?
“È un buon giocatore, ma non mi priverei mai di Ostigard. Magari ha disputato soltanto cinque partite da titolare, ma in quelle poche occasioni ha giocato meglio di qualche altro azzurro. Aspetterei prima di privarmi di un difensore come il norvegese che può garantire cattiveria ed aggressività in avanti”.
Tra Osimhen e Anguissa, chi è mancato di più agli azzurri?
“Secondo me Osimhen. Oggi Lautaro segna e l’Inter è prima, Vlahovic segna e la Juve è lì a giocarsela. Quando l’attaccante segna, trascina le squadre, è il segnale dello stato di salute di una squadra. Sono state tante le partite in cui i partenopei hanno dovuto privarsi del proprio nove. Se il Napoli riacquisisce organico e gioco, ripeto sia una squadra di assoluto valore”.
Ngonge e Traorè colpi dall’impatto diverso sulla squadra?
“Traorè potrà dire la sua una volta acquisito il ritmo partita, potrà essere la risorsa. Il vero acquisto del Napoli è Ngonge. È un giocatore che segna, che si impone. Sembra poter essere l’erede di Politano. La società ha investito venti milioni”.
Non è stato troppo prematuro ammettere l’addio di Osimhen già a gennaio da parte del presidente De Laurentiis?
“Osimhen, ad oggi, è tra i cinque attaccanti più forti al mondo. È ovvio che la clausola rescissoria può innescare un’asta sul nigeriano, permettendo al Napoli di ricostruire la squadra. Certo, pensare all’addio di Osimhen può dispiacere, si potrebbe pensare di ricostruire anche da lui. Bisognerà capire le intensioni di De Laurentiis, anche se l’asta sembra aperta”.
Il Napoli viaggia a -27 rispetto la passata stagione. Non può essere soltanto colpa di De Laurentiis o Rudi Garcia quando si parla di un simile distacco…
“Le colpe sono divise. Una partenza strana con Rudi Garcia, che ha avuto poca empatia anche con i giocatori. Ci si è ancorati molto ai dettami della scorsa stagione e, con Mazzarri, si è cercato il cambiamento. La colpa di quanto accaduto è da ridistribuire tra tutti”.
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