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Manna: “Orgoglioso di essere qui, Napoli non è di passaggio. Ecco la verità su Osimhen”

manna rinnovo
Le parole del direttore sportivo partenopeo
Raffaele Troiano

Giovanni Manna, direttore sportivo del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Radio CRC, dove ha parlato in vista del big match contro la Juventus, di alcuni retroscena di mercato e non solo. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato dalla nostra redazione!

Manna svela: "Osimhen? Ecco la verità sulla cessione del nigeriano"

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Di seguito le dichiarazioni di Giovanni Manna ai microfoni di Radio CRC: "Approdo al Napoli? Per me è stata una chiamata inaspettata quella del Napoli, in un periodo molto tranquillo della mia vita. A fine febbraio mi hanno contattato il dottor Chiavelli e il Presidente De Laurentiis: è stata una grande emozione, devo ammetterlo".


Sul mercato: "È stato un po' complicato e viziato dalla condizione di Osimhen o da altre uscite che finanziassero altre entrate. Poi grazie alla lungimiranza del presidente siamo arrivati comunque agli obiettivi che ci eravamo prefissati. È stato un mercato nuovo con dinamiche diverse. Ora speriamo che il campo ci dia ragione".

Su Lukaku: "La situazione di Osimhen ci ha condizionato. Non voleva giocare più per il Napoli e voleva fortemente andare via. All'inizio non c'erano le condizioni per la cessione. A quel punto però ci mancava un attaccante oltre a Simeone e Raspadori. Mancava un attaccante diverso per caratteristiche che coniugasse le esigenze tecniche dell'allenatore. Così abbiamo accelerato per Lukaku".

Su Osimhen al Galatasaray: "È stata un’opportunità, il mercato era chiuso in Europa. Loro si sono approcciati a noi appena finita la nostra sessione estiva. Non eravamo apertissimi all’inizio, perché si erano presentate delle situazioni analoghe lungo il mercato, ma né noi né Victor volevamo un prestito. Poi parlando con il calciatore siamo riusciti a trovare una quadra e la soluzione è stata appagante per tutti. È chiaro che noi avremmo voluto venderlo, ma non è stato possibile".

Su McTominay: "Il calciatore voleva Napoli e questo è stato appagante e deve esserlo per tutti noi. Se un giocatore dello United che fa 10 gol vuole venire a Napoli nonostante altre opportunità dobbiamo essere orgogliosi. È un'operazione che parte da lontano, a inizio giugno ci sono stati i primi contatti con l'agente ma non pensavo potessimo arrivare a chiudere l'operazione anche perché in rosa c'erano giocatori che andavano valutati. Poi strada facendo i rapporti li abbiamo mantenuti fino a quando ci siamo seduti con lo United e abbiamo chiuso forti della volontà del giocatore".

Sul luogo comune che i giocatori non vogliano venire al Napoli: "Io nella storia recente del club ricordo grandi calciatori. Al di la di Osimhen o Kvara, a Napoli ha giocato Gonzalo Higuain, che io reputo uno dei più grandi attaccanti degli ultimi anni. Ci sono stati giocatori che dal Real Madrid sono venuti a Napoli ed hanno finito qui la carriera. La vittoria dello scudetto e il consolidamento in Champions League hanno dato all’esterno un’immagine ancora più forte del Napoli. Nell’era De Laurentiis si è costruita step by step e ora si è in una fase di consolidamento. È quello che vogliamo fare. È importante ed è bello vedere la gente felice con l’arrivo di un certo tipo di giocatori".

Su Gilmour: "È stato il primo centrocampista trattato e definito. Era fatta già a luglio. Poi ci sono dinamiche di mercato che rallentano questi trasferimenti, il Brighton doveva comprare il sostituto, ma siamo sempre rimasti in contatto. Poi quando la situazione sembrava sbloccata, l'infortunio del sostituto salta, è bloccato. Loro volevano farlo a gennaio e noi stavamo accelerando su McTominay, così c'è stata una fase di stallo. Ma Gilmour voleva Napoli e in modo corretto ha fatto prevalere col Brighton la sua volontà e così il presidente ci ha dato l'ok per chiudere. In mezza giornata abbiamo chiuso tutto, era già tutto pronto. Chi ha lavorato in segreteria è stato molto bravo".

Sulle differenze tra Torino e Napoli: "Torino e Napoli sono due grandi realtà, ma diametralmente opposte. Lo dice la storia: una città più asettica e una più passionale. La Juventus è vista come un punto di riferimento in Italia. Napoli non è un passaggio, essere arrivato qui è motivo di grandissimo orgoglio. Far parte di questo progetto che sta iniziando è veramente gratificante, l’affetto delle persone è unico. Siamo focalizzati su quello che è oggi e che avverrà domani".

Su Juventus-Napoli: "Mi auguro di vedere una gran bella partita tra due grandi squadre. Noi siamo in un periodo positivo, abbiamo fatto tre vittorie. È parte di un percorso, frutto del lavoro quotidiano. Affrontiamo una squadra che è costruita storicamente per vincere, ce l’hanno nel DNA da Boniperti in poi. C’è grande entusiasmo, coesione nell’ambiente: troveremo una squadra forte, che ha appena vinto bene e meritatamente in Champions League. Dobbiamo essere attenti, concentrati e lavorare. Sappiamo che è la tappa di un percorso. Ho visto la partita della Juventus in Champions, insieme agli altri match. Vedere questo torneo per noi è complicato, perché non siamo contenti di non partecipare. Lavoriamo per far sì che questo accada l’anno prossimo. Storicamente la Juve è costruita per vincere. Noi dobbiamo essere concentrati solo su noi stessi e lavorare partita dopo partita. Sappiamo il nostro obiettivo e che abbiamo bisogno di tempo per tornare in alto. Arriviamo da un campionato complicato, ma abbiamo i presupposti per competere con le altre e cercare di arrivare in Champions, come abbiamo sempre detto".

Sulla città: "C’è un affetto incredibile qui a Napoli, si fa fatica a camminare per il centro. Le persone chiedono, domandano. A me piace vivere questa città: è una realtà importante e penso che dobbiamo dare qualcosa a queste persone, perché se lo meritano. Sono rimasto molto affascinato. Non sono ancora riuscito a visitare bene la città, perché è appena finita una sessione di mercato complicata. Dal punto di vista culinario, mi devo iscrivere in palestra perché se no è un problema".