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interviste

Malfitano: “Napoli senza gioco. Non ho stima per Di Lorenzo. Kvara? Raramente sufficiente”

Alex Iozzi
Una lunga chiacchierata con la storica penna de La Gazzetta dello Sport

Domenico Maltifano (detto "Mimmo"), giornalista presso La Gazzetta dello Sport, si è concesso (in esclusiva) per un'intervista ai taccuini di CalcioNapoli1926.it. Diverse le tematiche trattate: dalla proposta tattica di Antonio Conte al rendimento offerto finora dagli innesti estivi, passando per analisi incentrate sui "veterani" dell'organico partenopeo.

"Paragone Osimhen-Lukaku? Non si pone neanche", le parole di Malfitano a CN1926

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Dallo 0-3 con l'Atalanta al pareggio di San Siro con l'Inter: quali sono state le mosse adottate da Conte che hanno permesso di scacciare via i fantasmi di una seconda debacle consecutiva?"Credo che non ci sia stata nessuna mossa particolare. Il Napoli ha perso contro una squadra, ovvero l'Atalanta, che gioca a calcio, che ha qualità e che questa qualità la mette a disposizione del gioco. Napoli e Inter, invece, sono due squadre che non giocano: restano arroccate nella propria metà campo e vanno in contropiede. Questo, per quanto mi riguarda, non è un gioco, ma soltanto una vecchia tattica italiana che ci ha permesso di vincere i Mondiali, di essere protagonisti in Europa negli anni '70/'80, però, sicuramente, non è un calcio moderno. Inter e Napoli si sono affrontate alla stessa maniera: i primi, probabilmente, giocando a San Siro, è stata un tantino più intraprendente; ma in definitiva, basti pensare che Lukaku non ha mai tirato in porta e Kvaratskhelia l'ha fatto una sola volta. Quando non si riesce a concretizzare, sta a significare che il tipo di tattica scelta non va bene. Certo, guardando la classifica, è tutto molto bello: il Napoli è primo e chi se ne frega del gioco. Però, se bisogna guardare alla sostanza, è un conto, se bisogna parlare di calcio, c'è da dire che Inter e Napoli, sotto l'aspetto del 'non-gioco' si equivalgono".

Ai nastri di partenza, considerando il mercato fatto, avrebbe pronosticato un Napoli in vetta alla classifica?"Dopo la sconfitta di Verona, quando si concluse il mercato al 31 di agosto (con gli arrivi di McTominay, Gilmour, Buongiorno, lo stesso Lukaku), dissi che questo Napoli ha il dovere lottare per lo Scudetto fino all'ultima giornata. Io non sono un mago, però la mia previsione è, a oggi, ampiamente rispettata. Sono del parere che non si spendono 170 milioni di euro, tra campagne acquisti e staff tecnico, per arrivare al 'minimo sindacale', ovvero al quarto posto per garantirsi la qualificazione in Champions League. All'esterno, sia De Laurentiis che Conte parlano di 'ritorno in Champions', ma la mia esperienza mi dice, invece, che loro due hanno programmato questo Napoli per vincere. Questa è la filosofia di vita di Conte, quella che ha imparato vivendo venti (e passa) anni nella Juventus: chi arriva secondo, non è altro che il primo dei perdenti. Di questa teoria, Conte ne ha fatta una ragione esistenziale. Di conseguenza, non crederò mai a ciò che sta dicendo De Laurentiis oppure a ciò che potrà dire Conte in merito al fatto che il Napoli lotterà unicamente per arrivare in Champions League: assolutamente no. Il Napoli lotterà per vincere lo Scudetto e, semmai non dovesse andar bene, è chiaro che la qualificazione in Champions League sarebbe un ottimo palliativo".

Rimanendo sempre in ottica mercato, quale si sta rivelando, a oggi, l'acquisto più azzeccato?"Sicuramente Buongiorno. In tutta onestà, l'avevo seguito anche al Torino, ma non in maniera continua come sto facendo adesso che gioca per il Napoli e devo dire che mi ha impressionato tantissimo. È un calciatore che ha restituito forza e dignità a una difesa che appena due anni prima aveva vinto uno Scudetto. All'epoca c'era Kim e, di fianco a lui, anche Rrahmani era diventato un colosso; poi, senza Kim, si ha avuto il crollo della difesa lo scorso anno. In base a questo, Conte ha pensato bene di fare il primo acquisto per rinforzare la difesa con Buongiorno e, non a caso, Rrahmani è tornato sugli standard dell'annata Scudetto. Quindi, sicuramente Buongiorno è il miglior protagonista in assoluto in questo Napoli".


E l'acquisto peggiore, invece? "I numeri, al momento, dicono Lukaku, però è sempre un giudizio molto relativo, poiché il campionato è ancora lungo e Conte sicuramente dovrà trovare dei correttivi alla sua idea tattica per mettere Lukaku in condizione tale da non giocare sempre spalle alla porta. Giocando in questa maniera, il suo ruolo diventa quello di 'assistman', ma non lui non è questo, perché abbiamo avuto modo di constatare come, quando viene servito in verticale, diventa praticamente impossibile da prendere, basti pensare ai gol segnati contro Milan e Parma. Insomma, quei pochi gol che è riuscito a fare, li ha fatti alla sua maniera, cioè di potenza e andando in verticale, non giocando spalle alla porta".

Alla luce di quanto appena detto, si sente di dire che Lukaku appaia, al momento, come un downgrade rispetto a Victor Osimhen? "Osimhen è di un altro livello. Stiamo parlando di uno tra i più forti attaccanti al mondo. Deve soltanto far pace con la sua testa, dopodiché, nel momento in cui entrerà in una mentalità da vero calciatore, potrà diventare il più forte centravanti al mondo. Ha dimostrato di saperci fare con i piedi, è un fulmine quando parte in contropiede, in area di rigore, quando stacca di testa, è incontrastabile... È chiaro che il paragone Osimhen-Lukaku, per quanto mi riguarda, non si pone neanche. Victor, poi, è giovane, pieno di entusiasmo... Mi è dispiaciuto che sia andato via da Napoli, ma credo che, al di là dell'aspetto contrattuale, ci siano sotto altre ragioni. Trovo poco funzionale e poco credibile il fatto che lui sia andato via accettando il Galatasaray pur di non restare a Napoli: io lascio il più bel campionato del mondo per trasferirmi in uno di Serie B, dove tra l'altro non c'è lo stesso richiamo mediatico nel mondo? Pertanto, credo sia una soluzione che ha accettato solo ed esclusivamente per andare via da Napoli, poiché ci sono stati altri problemi al di fuori di quelli legati al contratto".

"Può essere il mio erede", così Marek Hamsik si espresse durante un'intervista riferendosi a Scott McTominay: lo scozzese sta dimostrando di poter rispettare la profezia dell'ex capitano azzurro? "McTominay non potrà mai essere Hamsik e né lo potrà diventare: ha 28 anni e credo che questo sia il calciatore. Marek è stato un simbolo di Napoli, ma anche internazionale, perché il suo calcio era fatto di qualità, di classe, di intelligenza... Era un concentrato di tutto. A lui ho sempre addebitato una sola cosa in cui, purtroppo, non è mai migliorato: la continuità. Marek non è ma stato un calciatore continuo: giocava 3/4 partite di alto livello, poi altre 3/4 negative, per mesi scompariva... Tant'è che, negli ultimi anni, era nata quella famosa staffetta con Zielinski, in cui quest'ultimo era il primo cambio di Sarri. Ogni qualvolta ne aveva bisogno, Maurizio iniziava il secondo tempo e, dopo quindici minuti, tirava fuori Hamsik e inseriva Zielinski, proprio perché il calciatore non garantiva più continuità. Escludo qualsiasi paragone tra McTominay e Hamsik. Premesso questo, dico che lo scozzese è un calciatore che dev'essere ancora disciplinato, ma questo è un lavoro che spetta a Conte. Per quanto mi riguarda, la presenza di McTominay sta danneggiando il ruolo e il gioco di Kvaratskhelia, perché ogni qualvolta il georgiano tenta di accentrarsi, si trova McTominay tra le sue parti. Lo scozzese gioca quasi da seconda punta al fianco di Lukaku, quando il Napoli attacca; perché dobbiamo chiarire come gli azzurri abbiano due modi di giocare: in fase difensiva, si schiera con il 5-4-1, mentre in fase offensiva con il 4-2-4 e la posizione di McTominay è determinante per schierarsi con un 4-2-4 oppure un 4-3-3. Se McTominay gioca sulla linea dei mediani, è un 4-3-3, poiché gioca sempre al fianco di Lukaku, in fase offensiva, diventa un 4-2-4 e, giocando lui a sinistra, va a chiudere gli spazi che dovrebbero essere di Kvaratskhelia. Dunque, bisogna anche capire Conte che cos'ha intenzione di fare, ma credo che, prima o poi, restituirà McTominay un po' più al centrocampo, ovviamente non vietandogli le incursioni, siccome lui si inserisce alla grande arrivando spesso alla conclusione, però, in questo modo, si sta un po' penalizzando il gioco di Kvaratskhelia. Facendo indietreggiare McTominay, Kvaratskhelia potrebbe trarne vantaggio, sempre che il georgiano ne abbia voglia, perché a me pare che, quest'anno, di voglia ne abbia poca. Le sue prestazioni, per quanto mi riguarda, raramente si avvicinano alla sufficienza".

Prestazioni che sono, forse, condizionate dalla situazione legata al rinnovo di contratto? "Può anche darsi. Magari il contratto, magari un'assenza mentale legata al fatto che se ne sarebbe voluto andare via... Perché nessuno lo dice in maniera aperta: Kvaratskhelia sarebbe voluto andare via. Per tutta l'estate, lui e il suo procuratore hanno dichiarato di voler andar via. Il Napoli lo ha voluto trattenere a tutti i costi ed ecco i risultati. Non l'hai venduto quest'anno? Sarai costretto a farlo il prossimo poiché Kvaratskhelia non firmerà mai il rinnovo alle condizioni del Napoli. Ricordo che la dirigenza offre un contratto da 6 milioni di euro con annessa clausola da 110. Lui, invece, vuole un ingaggio di 8 milioni di euro e una clausola di 80. Nessuna delle parti cederà e, di conseguenza, a giugno il Napoli sarà costretto a mettere un calciatore sul mercato poiché entrerà in regime di svincolo e non credo che lo si voglia perdere a zero".

Capitolo Di Lorenzo: è già riuscito a farsi perdonare dalla tifoseria? "Credo che, innanzitutto, Di Lorenzo debba far pace con se stesso. Anche lui, come Kvaratskhelia, ha rotto l'anima dicendo di voler andare via attraverso il proprio procuratore. A me viene da ridere quando lo vedo andare sotto la curva e si mette la mano sul cuore: scusa, ma tu sei lo stesso calciatore che fino al 31 agosto ha detto di voler andar via? E adesso cosa ti porto a mettere la mano sul cuore? Questo è un altro aspetto di cosa sono i calciatore. I tifosi lo hanno perdonato e hanno fatto bene, per carità, però, per quanto mi riguarda, non ho stima di un calciatore che, per due mesi, dice di voler andar via e poi, quando la società gli dice: 'Tu, anche a costo di stare in tribuna, di qua non ti muovi', comincia ad andare sotto la curva e a mettere la mano sul cuore. Questa è una presa per i fondelli! Personalmente, lo contesto perché a me non piace esser preso in giro da chicchessia. Alla gente, ai tifosi, alla curva sta bene; per carità, sono problemi loro, a me non interessa, ma Di Lorenzo è un altro che finora ha avuto un rendimento molto alterno: vogliamo parlare della partita con l'Atalanta dove praticamente è responsabile in ben due gol su tre? Vogliamo parlare delle partite precedenti dove, dalle sue parti, gli avversari hanno trovato la 'cuccagna'? È chiaro come io non pretenda che debba giocare tutte le partite da 10, ma perlomeno dovrebbe avere uno standard da 8. Lui, che rientra nella categoria dei top, non può permettersi una domenica da 5, una da 6, una da 4 e una 7: deve giocare sempre su certi livelli. Poi, è chiaro: a Napoli ci innamoriamo subito di tutto e di tutti e, di conseguenza, criticare è un esercizio molto difficile. È una pratica che non si usa: qui si preferisce essere presi in giro, ma non ammettere le verità. Tuttavia, io sono fatto al contrario: dico quello che penso. Proprio per questo, dico che sia Di Lorenzo che Kvaratskhelia stanno avendo un rendimento molto alterno".

Concludiamo con una domanda sul collettivo: quanto pensa che possa andare a migliorare questo Napoli nell'arco della stagione?"Rispetto a quello di oggi, molto poco. Il Napoli ha trovato un'identità, anche tattica: ricordiamo che si è iniziato con la difesa a tre e, dopo 3/4 partite, si è capito che non avrebbe potuto funzionare, cambiando, di conseguenza, il modulo. Conte si è violentato, sotto certi aspetti, ed è passato alla difesa a quattro. Che poi, siamo sempre alle solite: il Napoli difende a cinque, non a quattro, con i due esterni che scendono sulla linea dei tre centrali. Per me, questa squadra ha pochissimi margini di miglioramento. Credo che questo sia il suo standard, sia da un punto di vista qualitativo che del gioco. Se Conte riuscirà a modificare qualcosa, dal punto di vista del gioco, allora potremmo vedere qualcosina in più. Se, invece, il Napoli resterà ancorato a questa tipologia di gioco, ho l'impressione che difficilmente potrà andare a migliorare".

A cura di Alex Iozzi

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