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Maifredi: “Dall’Ara campo difficile. Ecco cosa serve a Garcia per conquistare Napoli”

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Superata la trasferta di Champions, la testa è gia proiettata verso Bologna: l'ex tecnico dei rossoblù commenta l'imminente impegno di campionato degli azzurri
Alex Iozzi

Luigi Maifredi, ex allenatore di Juventus e Bologna, è intervenuto ai microfoni di 1 Station Radio per commentare l'imminente sfida di campionato tra gli emiliani e il Napoli di Rudi Garcia.

Napoli, le parole di Maifredi a 1 Station Radio

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Di seguito, un estratto dell’intervista:

Era troppo il Napoli di Spalletti o è troppo poco quello di Garcia?

“Nella gestione di una squadra è importante avere coesione, entusiasmo ed empatia. Spalletti era stato bravo ad ottenere ciò, e Garcia ha bisogno di tempo per acquisirli. Ogni allenatore lavora alla sua maniera. Inoltre, il Napoli non sembra garantire la stessa fame e cattiveria dello scorso anno. Nella passata stagione tutti cercavano la ribalta, e correvano su ogni pallone. Con lo Scudetto sul petto, tutti si sentono giocatori affermati, e ciò impedisce l’animus pugnandi di pochi mesi fa. Basti pensare ad Osimhen e Kvaratskhelia, fautori di un campionato straordinario lo scorso anno, ed al momento non ancora decisivi. Potrebbe trattarsi delle contromisure degli avversari, che ormai studiano e conoscono i due talenti, ma non escludo anche un discorso di tipo mentale”.


Il cambio in panchina un fattore delle attuali difficoltà?

“Quando un allenatore subentra ad un tecnico vincente deve essere bravo a gestire l’ambiente e le aspettative. Garcia ha detto di non soffrire i paragoni, e per questo siamo tutti tranquilli. Ciò detto, l’allenatore francese dovrebbe impegnarsi ad essere meno saccente e metterci del suo in questo nuovo Napoli…”.

Se dovesse dare un aggettivo a questo Napoli, quale sarebbe?

“Quando hai la buona sorte che ti arride, la credibilità interiore ti pone nella condizione di fare anche le cose difficili. Quando le cose vanno male, invece, ti viene il braccino corto. Il Napoli, nello scorso anno, sembrava potersi divertire in un’espressione di gioco straordinaria. Oggi, invece, il Napoli affronta diverse difficoltà. Non credo che la partenza di Kim sia stata un fattore decisivo. Piuttosto, sono le avversarie ad aver imparato le dinamiche di gioco della squadra. Inoltre, non tutti i calciatori sono uguali, e Kvara ed Osimhen sono le punte di diamante del Napoli. Non sono nel pieno della forma, ed il compito di Garcia dovrà essere anzitutto quello di recuperarli”.

Che gara si aspetta al Dall’Ara?

“Sarà una gara difficile per il Napoli. Il Bologna è una squadra che rispecchia appieno le idee del proprio allenatore. Thiago Motta è un tecnico completo e sono sicuro vorrà fare bella figura. Il compito è anche farsi notare agli occhi del grande club. Se il Napoli, però, farà il Napoli allora non ci sarà storia”.

Il Napoli avrebbe reso di più con Thiago Motta o Gasperini in panchina?

“Gasperini avrebbe tentato di applicare il suo modo di giocare che, a mio avviso, non paga nelle grandi squadre. Non saprei dire, però, se qualche altro allenatore avrebbe potuto far meglio. Ciò che è certo è che la squadra ha un’identità di gioco ben definita. Soprattutto, allenare un grande club dovrebbe essere uno stimolo più che un onere”.

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