Un lato positivo è che, peggio di così, non può andare.
“È auspicabile, ma non è questo l’anno di riferimento. Il Napoli deve tornare tra le prime quattro in Italia e colmare il gap non sarà facile. Zielinski, Osimhen, andranno via. Sono giocatori importanti e ripartire non sarà semplice”.
Quando un presidente parla, come fatto da De Laurentiis su Kvara, di uno dei talenti più importanti sottolineando le mancanze tecniche e che ci sarà tempo per il rinnovo, non rischia di essere controproducente?
“Non è così importante sapere del contratto di Kvaratskhelia, vista la scadenza. Il presidente, inoltre, ha la sua linea e non si fa, diciamo, ‘ricattare’ dai giocatori. Chi ha un contratto deve rispettarlo. Detto ciò, ogni singolo giocatore deve fare la propria scelta sul futuro. Il contratto del georgiano mi sembra l’ultimo dei problemi a Napoli. Se non dovesse avere più voglia di rimanere a Napoli, potrebbe anche andare. Ai miei tempi, quando firmavi un lungo contratto, lo rispettavi. Funzionava così. D’altronde, nessuno punta la pistola alla tempia alla firma dei contratti”.
Come è stata la stagione del Renate?
“Soddisfacente, ci siamo salvati e il prossimo anno sarà il sedicesimo in Lega Pro. Stiamo dando continuità ad un progetto serio, anche se quest’anno non siamo riusciti ad esprimere un calcio di qualità. Forse, non ci aspettavamo di dover lottare per la salvezza ma, il prossimo anno, proveremo ad attuare un progetto più idoneo alle zone alte della classifica. Se resterò al Renate? Si”.
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