Maehle duro contro Gasperini: “Non ci lasciava alcun tipo di libertà”

Dal primo giorno in cui Gian Piero Gasperini si è seduto sulla panchina dell'Atalanta, la storia del club nerazzurro è cambiata, ovviamente in positivo. Nessun titolo conquistato in sette stagioni, ma già l'aver portato una società non esattamente di rilievo in Italia come quella bergamasca a giocare la Champions League è un risultato che difficimente verrà pareggiato da chi erediterà l'incarico del sessantacinquenne di Buscaglio.

Purtroppo, però, l'avventura in terra lombarda dell'ex Genoa e Inter è costernata da piccole macchie, il più delle volte da rapporti terminati in screzi degni di nota con calciatori cardine della rosa, ultimo tra questi Joakim Maehle. L'esterno danese, trasferitosi quest'estate in Bundesliga, al Wolfsburg, ha rilasciato alcune dichiarazioni abbastanza pesanti in merito alla propria esperienza con indosso la maglia della Dea per il quotidiano nazionale Tipsbladet.

Maehle, le parole dell'ex Atalanta a Tipsbladet

Di seguito quanto dichiarato:

"Avevo bisogno di una nuova sfida nella mia carriera. All’Atalanta ero uno di tanti, mentre al Wolfsburg mi sento parte del progetto e c’è più umorismo nello spogliatoio. All’Atalanta l’allenatore decideva tutto. Non c’era libertà. Anche se vivevo in un bel posto e il tempo era bello, non avevo il tempo di godermelo perché passavamo tantissimi giorni al centro di allenamento. Stavamo insieme ininterrottamente per due o tre giorni solo per giocare una partita. È stato molto duro mentalmente. È uno stile di gestione diverso da quello a cui ero abituato. Sono stato criticato da Gasperini anche perché Rasmus Hojlund veniva in macchina con me all’allenamento, cosa che avevo concordato con la società. Dopo un po’ ci si arrabbia e ci si stanca".

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