A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto il co-direttore Corriere dello Sport Alessandro Barbano sul proprio libro e sulle situazioni delle varie squadre ai Mondiali. A giudicare dalle dichiarazioni il suo preferito pare essere Luis Enrique.
interviste
Barbano: “La Spagna è la squadra più organizzata e lo devono a Luis Enrique”
Barbano: "Anche se non gode di singoli come Francia o Brasile, Luis Enrique ha reso solida e competitiva la Spagna"
Di seguito le dichiarazioni del co-direttore del Corriere dello Sport a Radio Napoli Centrale:
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"Venerdì 2 dicembre sarò a Napoli per la presentazione del libro L’inganno al circolo nazionale dell'Unione in via San Carlo, con me ci saranno l'autore Raffaele Cantone, procuratore capo di Perugia, Biagio de Giovanni, accademico dei Lincei e filosofo del diritto, Vincenzo Maiello, professore ordinario di diritto penale alla Federico II. Modera il direttore de "Il Mattino" di Napoli, Francesco de Core".
Sulla trama del libro
—"È un libro che racconta cos’è diventata la giustizia in Italia, un Paese in cui, nello stesso giorno, si può essere assolti perché il fatto non sussiste e si può essere confiscati, cioè lo Stato può prendere la casa, l’azienda, la macchina, la catenina d’oro che hai regalato a tuo figlio. Le due cose possono avvenire e la giustizia le considera un fatto normale, possibile, in alcuni casi consequenziale, mentre nella vita una fine contraddizione è lacerante, esprime tutta la violenza, l’assurdo vissuto come un dramma. Non si può concepire una privazione dei propri beni in presenza di un giudizio di non colpevolezza, qui misuri il divorzio tra vita e giustizia, questo divorzio sta nella legge speciale del codice antimafia, in una prassi applicativa che ha trasformato questo strumento in uno strumento dilagato nell’ordinamento, uno strumento con cui si colpiscono anche tanti innocenti.
"Gli effetti collaterali di questa legislazione speciale hanno un impatto sociale ed economico enorme di cui non ci si rende conto. Il libro racconta il dolore delle persone coinvolte in questa spirale, nonché l’incongruenza di un sistema legislativo concepito 30-40 anni fa per combattere la mafia, ma oggi serve ad altro. Il libro propone che torni ad essere quell’obiettivo all’origine, risparmiando ai cittadini tanto dolore e sottraendo ai detentori di questo dolore tanto potere".
Sui diritti civili al Mondiale
—"Viviamo in democrazie in cui ci sono degli spazi dove, purtroppo, ci sono atteggiamenti totalitari, privativi della libertà. Nei regimi, quegli spazi sono la totalità, ci sono solo loro, quindi i diritti vengono negati in tutti gli spazi della vita pubblica. Probabilmente questo Mondiale è nato dietro un cinismo, ma per eterogenesi dei simili, queste operazioni diventano un boomerang per chi le ha concepite. Questo Mondiale non servirà a promuovere l’immagine del Qatar, ma a dimostrare alle genti del Medio Oriente e dell’Asia quanto dannoso e da respingere sia la dittatura e promuovere la democrazia. L’obiettivo che si raggiunge è l’opposto di quello sperato, quindi menomale che si è giocato in Qatar".
Sulla Spagna targata Luis Enrique
—"Questa Spagna è la più solida, la più organizzata, anche non disponendo di individualità come Francia o Brasile, questo lavoro fatto dallo straordinario tecnico vale doppio. Senza tattica, non c’è strategia e nella strategia c’è l’anima, non solo intelletto ed esperienza, ma soprattutto il cuore e Luis Enrique ha dimostrato di essere un uomo completo".
Sulle favorite al Mondiale
—"Da quello che si è visto, Francia e Brasile sono le favorite. Poi Spagna e Argentina. La Germania non la vedo bene, non ha gioco, né organizzazione di gioco, non mi pare che questa squadra possa fare un grandissimo Mondiale".
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