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Lobotka: “Amo una cosa di Napoli. Per lo scudetto ci siamo! Conte mi ha cambiato”

Lobotka Napoli
Il centrocampista azzurro si è raccontato ai microfoni di Dazn
Ugo Casadio

Il centrocampista del Napoli, Stanislav Lobotka, ha rilasciato delle dichiarazioni a Dazn durante il settimo episodio della nuova stagione di My Skills, intervistato da Valon Behrami:

Lobotka: "Skriniar mi aveva già parlato di Conte"

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"Tiro? In partita ci provo, quando sono vicino alla porta provo sempre a trovare la soluzione migliore, a volte mi manca essere decisivo come gli attaccanti. Cosa è cambiato con Conte? Penso la mentalità e la fase difensiva. Difendevo anche prima, ma adesso lui mostra meglio come fare, come cambiare gioco, devo giocare più avanti. Anche quando ricevo la palla, so quello che devo fare prima. Prima che arrivasse già sapevo fosse un grande allenatore. Lo avevo già sentito da Skriniar, quando lui era all'Inter: i suoi allenamenti sono molto duri. Mi ha migliorato molte cose, sulla mentalità, come migliorare al livello successivo. Perché prima pensavo che un certo tipo di cose non potessi farle. Dal primo giorno ho sentito che non era un allenatore come gli altri, si percepiva subito la sua personalità. "Ok è il miglior allenatore che potessimo scegliere" ho pensato al primo allenamento. Ho subito iniziato a capire, "Wow, sarà tosta questa stagione", ma lui ovunque è andato ha vinto campionato o altri titoli. So che che è difficile, ma lui può portarmi a un altro livello sia dentro che fuori dal campo.


Sul suo stile di gioco

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Conduzione della palla? Sono piccolo e cerco sempre di aiutare la squadra nello spazio portando palla. Ora è più difficile, dopo 2-3 anni che sono qui le squadre mi conoscono, prima non mi conoscevano e mi lasciavano più spazio e io ero felice. Chi è superiore nel mio ruolo? Forse due o tre, ma le persone o gli allenatori preferiscono diversi tipi di giocatori. Alcuni vogliono un play forte fisicamente, altri uno che fa più gioco. E' difficile da dire, penso comunque di essere in una Top 5! Il mio tipo di calcio? Quando ricevo palla e io provo ad aprire, se mi sposto col corpo nessuno se lo aspetta e chi mi pressa correndo non ha può l'opportunità di stoppare e prendermi la palla. Così io oriento lo stop e gli giro attorno, perché so che nessuno se lo aspetta. Ruoli da piccolo? Ero un'ala. Da piccolo segnavo tanti gol, facevo assist, ma quando sono cresciuto mi sono spostato più dietro per giocare di più il pallone e così sono diventato un centrocampista. Vincere è sempre bello ma non puoi farlo sempre, non puoi restare sempre al top.

Su Napoli e lo scudetto

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Scudetto? C'è ancora l'Atalanta, c'è l'Inter. Giocano bene loro. Noi possiamo solo spingere in allenamento e dare tutto in campo. Voglio davvero vincere, ma a volte la gente quando eravamo primi, volava già troppo. Non è così facile come sembra vincere lo scudetto. Rapporto con la città? Mi piace tanto il club e Napoli. Il modo della gente mi piace, qui per loro sono sempre stato il benvenuto. A volte c'è troppa passione, ma mi piace anche questo lato. Ti mostrano anche la tristezza. Penso sempre allo scudetto, alla felicità dei tifosi. Sono impazziti in quel momento. Quando arriviamo allo stadio e guardiamo fuori dall'autobus, è qualcosa di meraviglioso. Posto più bello? Lo stadio. Oppure la spiaggia, mi godo un caffè sul mare. Mi piace stare dove non c'è tanta gente. Cibo? Amo la mozzarella. Anche con pomodorini e un po' di olio d'oliva. Al secondo posto la pizza, poi pasta e pesce.

Sulle differenze con la Liga

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Differenze con la Spagna? Lì si gioca un altro tipo di calcio, non sono così bravi con la tattica ma molto con il pallone. Vogliono giocarlo sempre. Qui invece si ama la tattica. Se giochi con Inter o Monza, la differenza non la noti tanto. Poi certo tutto sta nella qualità dei giocatori. Ma devi sempre correre e lottare perché nessuno ti lascia spazio. Odio giocare contro l'Atalanta (ride, ndr). Sono una grande squadra, li rispetto, ma con il loro tipo di gioco uomo su uomo a tutto campo non mi lasciano un centimetro! E' sempre durissima contro di loro, ma anche contro altri club non top come Venezia o Verona. Cercano sempre di bloccarmi e marcarmi stretto. Per me non è assolutamente semplice.

Su Lukaku

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Lukaku? Con lui facciamo un gioco diverso, in allenamento ci parliamo spesso, il mister vuole che venga giocata questa palla su di lui. E' un grande, è forte ed è difficile portargli via la palla. Io quando ricevo lo cerco sempre. E gli dico 'quando la palla sta arrivando da me devi essere pronto. Nel tempo libero guardavo il Brighton quando lo allenava De Zerbi, mi piace tantissimo questo calcio in cui si tiene il possesso. Guardo poi il Barcellona, lo stile era diverso quando c'era Xavi. In generale, quando non giochiamo noi e sono a casa, cerco sempre di guardare le altre partite. Voglio vedere come si comportano gli altri, anche nel mio ruolo, per imparare sempre qualcosa. Quando guardo il Barcellona e i grandi giocatori, che sono al top, cerco sempre di capire cosa fanno per essere a quel livello. Idoli? Xavi, Modric o Verratti quando era al Psg. Cosa migliorare? Sicuramente l'italiano. Ci sto provando, sto migliorando. Nei primi due anni non ho imparato nulla. Mi sento più sicuro quando parlo in inglese, l'anno prossimo però farò interviste in italiano! Questa è la mia idea. La mia giocata ideale? Sto giocando la finale di Champions, è il 90', siamo 1-1 e tra poco ci sono i supplementari. Ricevo palla, corro, gli avversari mi seguono, faccio un uno-due con un attaccante, lui me la scarica e io calcio!"

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