Qual è il segreto di una fase difensiva così importante? Come ho spiegato in precedenza, la fase di preparazione alla stagione è stata molto dura, a ogni allenamento mister Conte ci lascia tanti elementi positivi per affrontare ogni gara, per difendere e attaccare nel modo corretto in ogni dettaglio. È incredibile il modo in cui prepariamo le partite e nelle gare abbiamo tante idee che arrivano dal mister e possiamo difendere e attaccare da squadra, ci ha cambiato la mentalità. Lobotka-McTominay-Anguissa: è la mediana più forte nella quale hai mai giocato? Vedremo alla fine della stagione! Stiamo giocando molto bene, quando sono stato infortunato anche Gilmour ha giocato molto bene e penso sia importante per il mister avere tante possibilità di scelta e tanti giocatori veramente forti a sua disposizione. Penso di essere in uno dei reparti di centrocampo più importanti della mia carriera. Come lavora Conte sulle partite? Penso che Conte sia uno dei tecnici più attento ai dettagli che ho mai avuto in carriera. Su come si prepara la partita sulla squadra avversaria. Come difendere, come attaccare. Sappiamo come gioca la squadra avversaria, come andarli a pressare rispetto al loro stile di gioco. Tutto questo ci concede una maggiore facilità nell'affrontare le gare. La Lazio? Li ho visti giocare in campionato, sono un'ottima squadra, giocano un bel calcio. Ci aspetta una partita molto difficile soprattutto in casa loro. Noi, però, vogliamo passare il turno. Anche domenica ci sarà una tipologia di partita complessa perché hanno ottimi giocatori e sarà dura affrontare questa Lazio.
Quali sono le squadre più forti che hai visto in questa Serie A? Ci sono molte squadre contro le quali non è facile giocare. Ogni squadra ha uno stile diverso di gioco. In questa stagione ho giocato contro Inter e Juventus sono state le più complesse. Contro l'Atalanta non ho giocato e non posso dire quanto è stato duro essendo in tribuna, sicuramente sono un'ottima squadra ma è differente dirlo dal campo. Chi mi ha ispirato nella crescita? Quando ero più ragazzo, Ronaldinho quando giocava al Barcellona era il giocatore che più mi piaceva guardare. Poi, ovviamente, nel Barcellona di Guardiola, vedere Xavi ed Iniesta è stato sicuramente importante. Era bellissimo seguirlo, vedevo ogni giorno le immagini di quel Barcellona e mi ha aiutato tanto nella mia crescita. Anche Hamsik nella Slovacchia è stato importante per me, mi ha aiutato tanto. Non parlava tanto nello spogliatoio, ma in campo ci ha mostrato come si comporta un leader. Sentirmi napoletano? Si, vero sono a Napoli da quasi 5 anni. A esser onesti, mi inizio a sentire davvero napoletano. È la mia seconda casa. Mi sono subito sentito il benvenuto, ho un sacco di amici qui. Mi piace la mentalità, come ti accolgono le persone. Come hanno accolto la mia famiglia. Essere a Napoli è diverso dall'essere in altre città italiane, per me c'è davvero il desiderio di sentirmi napoletano e mai dimenticherò la città, i tifosi e la gente”.
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