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Stanislav Lobotka, l'arma vincente del Napoli è lo slovacco dal piede educato e dalla mente finissima. Da lui passano centinaia di palloni, smista il gioco, detta i tempi, tiene legati i reparti. Spalletti lo ha rivitalizzato, donandogli nuova vita e permettendogli di esprimersi ai suoi livelli, quelli per i quali fu l'indimenticato Marek Hamsik a consigliarlo alla Società partenopea.
Il centrocampista ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi sulle colonne de Il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Tutto passa per la mente. È la mia tranquillità la vera forza. Sull'inizio difficile a Napoli: Non ho avuto, all'inizio, solo qualche problema fisico. In realtà è la fiducia in me stesso che è mancata. Ho provato a migliorarmi ma ho dovuto fare i conti con il fatto che non avevo continuità in campo (...) Ho aspettato che arrivasse il mio turno e ho anche lottato per avere delle altre possibilità, perché non mi sono mai arreso (...) La strada giusta non è stata semplice da trovare. E l'ho trovata solo con l'arrivo di Spalletti. L'ingrediente fondamentale per riuscire nella vita è sentire la fiducia di chi ti sta attorno. Ecco, quando è arrivato Spalletti al Napoli ho avvertito che le cose erano cambiate, che era arrivato il mio momento. L'ho sentito parlare di bel calcio, di gioco di squadra ed era proprio il mio modo di intendere il calcio. È stato l'allenatore il fattore mentale fondamentale per la mia svolta. Sul +15: Come posso nascondere che si sta una favola? È bello stare così in alto, ma non siamo ancora blindati. Non è finita con 16 partite ancora da giocare: non sono poche, sono tantissime. Perché potremmo anche perdere prima o poi anche se noi speriamo di non perdere mai più. Noi dobbiamo continuare a scendere in campo senza pensare di essere così in alto. E alla fine spero che lo scudetto lo vinciamo noi (...) In ogni caso, nessuno si illuda che possa esserci un nostro calo di concentrazione: non ci sarà fino a quando non sarà finita (...) Sono cresciuto sempre pensando in questa maniera, con il noi che deve venire prima dell'io. Penso agli altri, a vincere, poi viene la mia prova. Sull'Eintracht: Non abbiamo nessuna voglia di pensare già all'Eintracht. Il Sassuolo è una squadra piena zeppa di qualità. Hanno tanti giocatori di ottimo livello e le partite con il Milan e l'Atalanta sono la prova di quello che dico. Dobbiamo essere concentrati. Ma lo saremo. Poi alla trasferta in Germania inizieremo a pensare già nel viaggio di ritorno da Reggio Emilia. Ma solo dopo il 90'. Su Spalletti: Non è mai felice. Possiamo fare qualsiasi tipo di prestazione, possiamo essere primi in classifica ma lui viene e ci dice che la prossima gara deve essere migliore di quella appena finita. Mi piace che lui dica sempre che dobbiamo giocare a calcio, che ci tenga sempre concentrati sugli obiettivi, che si faccia vedere insoddisfatto anche quando le cose vanno bene. Non staremmo qui senza di lui, senza i suoi richiami a stare sempre concentrati, a non abbassare la guardia. Ogni partita, dice, deve essere migliore di quella prima".
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