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interviste

Lo Monaco: “Non si può paragonare Garcia a Spalletti, il Napoli ha una garanzia”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Il dirigente è intervenuto a Radio Marte soffermandosi sul paragone fra i due tecnici e la rosa del club azzurro

Pietro Lo Monaco, dirigente, è intervenuto a Radio Marte, soffermandosi sul paragone fra Rudi Garcia e Luciano Spalletti e la rosa del Napoli.

Lo Monaco sul paragona Garcia-Spalletti e la rosa del Napoli

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“La garanzia per il Napoli, secondo me, è l'organico qualora non dovesse essere toccato. Un organico importante e suscettibile di ulteriori miglioramenti. Da Garcia mi aspetto che faccia lievitare ancora di più le qualità di questo gruppo. Lui è un buon tecnico e credo che le critiche siano state per la maniera pirotecnica della proprietà di aver preparato la presentazione di Garcia. Io ricordo che la Roma con lui ha espresso un ottimo calcio. Credo che non si debba confrontare gli esterni della Roma di Garcia con quelli del Napoli che, oltretutto hanno fatto bene e vinto il titolo. Dovrà essere Garcia, quindi, ad adeguarsi ai suoi calciatori. Da sempre, infatti, l'allenatore è bravo se riesce a sfruttare il capitale umano che ha a disposizione. Da sempre è l'allenatore che si adatta, non viceversa. Ritengo che non si possa paragonare Garcia a Spalletti.

Noi riduciamo la tattica ad un discorso di numeri. Il problema, però, non sono i numeri o i sistemi di gioco. Tantissimi anni fa un grande precursore di tattica disse che i sistemi di gioco sono tutti uguali. Quello che cambiano sono le mille sfaccettature all'interno di uno di essi che lo fanno diventare diverso dagli altri. Quindi il 4-3-3 di Garcia sarà diverso da quello di Spalletti. Dopo che hai vinto, anche inconsciamente, subentra un appagamento, uno dei nemici peggiori, che potrebbe tradursi in un rendimento non attento e quindi Garcia deve evitare che succeda questo ai suoi calciatori. Naturalmente il tecnico deve essere aiutato dallo staff e dalla società, in particolare del direttore sportivo. Al di là delle convinzioni del presidente del Napoli, quella del direttore sportivo è una figura importante, che ha una sua valenza. Mi dispiace sentire e pensare che il presidente del Napoli non lo ritenga tale. È una mancanza di rispetto anche per quello che c'è stato ed ha lavorato per otto anni a Napoli. Il suo compito non si riduce alla scelta dei giocatori. È un compito molto variegato soprattutto per i rapporti: li tiene con la squadra, li tiene tra squadra e tecnico, tra quest'ultimo e la proprietà, tra squadra e ambiente e con le altre società. Ha tutta una serie di mansioni che alla fine danno la loro valenza, il loro apporto”