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interviste

Lecce, Corvino: “Il Napoli ha perso due riferimenti? Ecco il mio pensiero”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
Ai microfoni di Radio CRC è intervenuto il direttore sportivo del Lecce

A Radio CRC è intervenuto Pantaleo Corvino, direttore sportivo del Lecce: “Quant’è costato il mercato del Lecce in estate? Se intendi campagna acquisti e cessioni in generale, è stata in positivo. Quindi senza entrare nei numeri è stata in positivo. Non vogliamo passare per autoreferenziali, ma riuscire a fare quello che riusciamo a fare da qualche anno a questa parte, siamo arrivati in Serie A da primi in classifica, non siamo tra le ultime tre da più di 70 partite. Questi risultati sono arrivati attraverso tanto lavoro che tutti facciamo mettendoci tanto impegno e tanta passione. C’è stato questo da parte di tutti, anche da parte dell’area tecnica con gli allenatori che si sono succeduti in questi anni. Avevamo un monte ingaggi di 15 milioni lordi per restare negli standard prefissati dalla società. 

A chi tocca la scelta dell’allenatore da noi quando si cambia? Ognuno ha una linea, ogni club ha una linea. Io ho avuto sempre la fortuna di essere responsabile da 49 anni a questa parte. Dalla terza categoria sono arrivato in Champions League e devo essere grato a chi mi ha dato fiducia. Quando succedono queste cose ci deve essere un responsabile dell’area tecnica che fa delle analisi e le propone alla società, proponendo la quella che potrebbe essere la persona giusta. Siamo partito con D’Aversa che aveva portato 25 punti e aveva esaltato dei calciatori messi nella rosa. Poi c’è stato il cambio con Gotti che abbiamo portato con Trinchera alla società ed è stato scelto. D’Aversa l’avevo avuto da calciatore giovane, poi ho visto la sua crescita da allenatore ed era stato accettato. Gotti l’avevo avuto come secondo a Bologna, conoscevo le sue potenzialità per poter ripartire in una situazione che si era creata.

Se il Napoli ha perso i riferimenti in Spalletti e Giuntoli? Non voglio esentarmi dalle risposte, ma non mi piace entrare in casa degli altri e giudicare. Non mi sembra giusto entrare dentro a delle scelte. Il monte ingaggi? Giusto per puntualizzare quanto è stato già detto, risultiamo l’ultimo monte ingaggi nella Serie A italiana, poi per il rapporto monte ingaggi-punti fatti, risultiamo primi. Quindi abbiamo vinto il nostro scudetto metaforico con il nostro equilibrio finanziario. Siamo riusciti a stare lontano sempre dagli ultimi posti della Serie A. Krstovic e Gendrey? Tra i calciatori che si sono messi in evidenza, ce ne sono sotto l’attenzione di club importanti. Aggiungerei anche Falcone e Banda. Sono calciatori che stanno dimostrando il proprio valore.

Se è stato l’anno della consacrazione della figura del direttore sportivo? Sono stato sempre molto criticato su questo argomento perché ho sempre detto che il calcio deve essere gestito come un’azienda. A volte non viene gestito considerandolo un’azienda. Nell’azienda, la prima cosa che si fa è scegliere un buon management. Nel calcio, spesso, non viene scelto il miglior management. Va di moda l’amico dell’amico, oppure andare su situazioni che non trovano riscontro in quello che sto dicendo. Un management ha un curriculum, si presenta così la scelta. Nel calcio, questo non avviene e il calcio italiano ne sta pagando le conseguenze.


Il percorso della prossima stagione? Quando abbiamo parlato prima di management, intendevo che le scelte devono farle le proprietà, che sono i presidenti. I presidenti spesso pensano di sostituirsi ai manager, questa non vuole sembrare un’accusa, ma è una considerazione alla luce di quello che si evidenzia nel nostro panorama calcistico. È una verità e non ho paura di metterla in evidenza. Sottolineo che il calcio è un’azienda, il management va scelto tramite il curriculum e i presidenti si affidano a loro. Se fanno bene vengono riconfermati, altrimenti vengono sostituiti. Per quanto riguarda il mio presidente, ho avuto la fortuna di essere stato scelto dal presidente Sticchi Damiani che ha sempre riconosciuto la figura del management come tutti i presidenti con cui ho lavorato, quindi ci fa lavorare. Se sarà confermato Gotti? Nell’impegno che avevamo preso c’era già la riconferma automatica in caso di salvezza, quindi non sarà il caso di riparlarne”.


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