Per quanto riguarda il rientro in campo per giocare una partita dovetti aspettare più di un mese. Lo spavento è stato tanto sia quando mi hanno raccontato cosa mi era successo sia quando ho ripreso a giocare. Soprattutto quando ero chiamato ad andare a colpire la palla di testa. Fortunatamente i colpi di testa non erano il mio forte e quindi ci andavo meno possibile (ride). Personalmente la paura iniziale col tempo è passata, perché era più forte la mia voglia di ricominciare a giocare a calcio. So per certo che sono stato anche fortunato nell’aver avuto quel problema in una società di gran livello come l’Inter che, anche durante gli allenamenti delle giovanili, aveva persone preparate a queste evenienze a bordocampo. Se mi fosse capitato in una società più piccola o dilettantistica forse non sarei qui a raccontare la mia esperienza”.
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