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interviste
(Photo by Daniele Badolato - Juventus FC via Getty Images)
Giovanni Albanese, giornalista de La Gazzetta dello Sport, è intervenuto a Santo Catenaccio, podcast condotto da Alberto Caccia e Michelangelo Freda. Durante l'intervista, ha parlato del caso Juventus e della penalizzazione assegnata al club bianconero. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it.
Di seguito le dichiarazioni di Giovanni Albanese ai microfoni di Santo Catenaccio: "La penalizzazione della Juventus? In questo momento serve attenersi ai fatti, fare la cronaca e provare a capire attraverso le motivazioni. Stiamo parlando solo del caso-plusvalenze, ricordo però che ci sono anche altri casi che saranno approfonditi più avanti. Obiettivamente però la recente penalizzazione è qualcosa che non torna, inevitabilmente, perché il proscioglimento degli altri club coinvolti con il club bianconero è qualcosa di anomalo. Certo, è vero che per quanto riguarda la Juve vi sono numerose intercettazioni che confermano il tutto ma vedremo come andrà a finire. La sentenza di venerdì ha però paradossalmente unito l'ambiente, squadra, allenatori, tifosi e dirigenza. Viene fuori la volontà del club di difendersi extra-campo, anche dalle ultime dichiarazioni di Elkann. Si percepisce tanta vicinanza da parte di tutti. Mi aspetto che accadrà qualcosa anche con le ulteriori inchieste sulle plusvalenze per gli altri club, bisogna fare una riflessione sulle regole del calcio italiano in tema economico-finanziario. Non c'è una norma o uno strumento che scientificamente ti dice che puoi valutare un calciatore a determinate condizioni, è libero mercato".
"Però è anche vero che si vengono a creare situazioni imbarazzanti che oggi vedono coinvolte la Juve, domani potrebbe riguardare qualche altra società e in passato ha riguardato altre. Serve un supporto anche da parte della politica e le parole del Ministro Abodi sembrano andare in questa direzione, ha fatto una giusta osservazione che lo concilia al ruolo che ha. Inevitabile che la questione vada in mano alla politica, perché al di là di questa indagine, rischieremo di ritrovarci nuovamente punto e da capo in futuro. In teoria è un mezzo che è legale, però poi si rischia che ciò venga contestato. Questo è un buco nero che va risolto, in Italia ma forse anche all'estero. Perché se un club inglese prende un ragazzino e lo paga 20 milioni, evidentemente c'è qualcosa che non va e deve intervenire anche la UEFA".
"Non saprei, bisogna aspettare le documentazioni per capire. Credo però che in questa fase abbia pesato il fatto che si siano raccolte intercettazioni in casa Juve, cosa non accaduta per altre società. Il problema è che se noi operatori dell'informazione non riusciamo a capirlo, si valorizza la confusione e non fa bene a nessuno. Per questo motivo la Juventus oggi si ritrova sotto i riflettori, serve chiarire le regole. Il problema va risolto altrimenti continuiamo a far finta di nulla. Il secondo filone d'inchiesta sulla manovra stipendi? qui entriamo in un altro campo, la Juventus in quanto quotata in Borsa deve rispettare determinate regole che gli altri club non sono tenuti a farlo. Il fatto che la società abbia raggiunto degli accordi con i calciatori per differire e non annullare alcuni stipendi, quello andava comunicato in un certo modo. Il club sostiene di aver comunque caricato nei propri bilanci questo tipo di accordo, seppur con una diversa interpretazione. Anche qui c'è una difesa e un'accusa, ma siamo in un campo finanziario, è chiaro che ora va capito se tutto è stato fatto in maniera corretta o meno. In questo caso se la Juve ha commesso irregolarità è giusto che paghi. Qui abbiamo uno strumento, abbiamo delle regole, a differenza del caso-plusvalenze".
"I rapporti fra Elkann e Agnelli sono solidi, la scelta di presentare le dimissioni da parte del precedente CdA è stato un modo per rafforzare la difesa del club rispetto alle accuse che muove la Procura di Torino. Un gesto per non mettere in imbarazzo l'approvazione del bilancio 2022. Non andrei oltre perchè di fantasie ne ho sentite altre. Siamo davanti a qualcosa di diverso rispetto a Calciopoli. La Superlega e le sanzioni Uefa eventuali? Qui si apre una parentesi sulla percezione della presidenza di Agnelli. Aver creato e contribuito alla Superlega ha portato ad uno scontro personale con la UEFA. Venendo meno Agnelli a capo del club si è pensato che la Juve potesse scendere a compromessi con la UEFA, ma da quel che mi risulta Elkann è il primo sostenitore della Superlega. Anche Milan e Inter avevano pensato a questo".
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