Il giornalista ha espresso sui social il suo pensiero sullo spiacevole episodio tra i due giocatori
Il razzismo, di qualsiasi forma si tratti, è una piaga ancora troppo radicata nel calcio italiano soprattutto sugli spalti. Ma purtroppo ieri c'è stato un episodio spiacevole anche in campo. Infatti, il difensore dell'Inter Francesco Acerbi è stato protagonista di un insulto razzista nei confronti di Juan Jesus. Il tutto è accaduto nel giorno in cui i giocatori indossavano sulla maglia la scritta "Keep racism out". Questa ipocrisia è stata sottolineata da Paolo Ziliani sul proprio profilo X chiedendo anche l'intervento della squadra nerazzurra e della FIGC. A seguire le sue parole.
Ziliani: "Se dopo l'insulto a Juan Jesus Acerbi va in Nazionale tifiamo Ecuador""
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"Sembra una barzelletta, ma nel giorno in cui sulla maglia dei calciatori compare la scritta "Keep racism out", il difensore dell'Inter si rende protagonista di un insulto razzista verso il brasiliano del Napoli. La protesta civile di Juan Jesus ferma la partita per un minuto e mezzo. Nonostante le scuse, resta l'episodio vergognoso: ora il cerino è nelle mani dell'Inter... Minuto 58 di Inter-Napoli. Come fece Maignan in Udinese-Milan, ma in modo meno plateale, il difensore brasiliano del Napoli Juan Jesus va dall’arbitro e di fatto fa sì che il gioco venga interrotto per un minuto e mezzo. Juan Jesus dice a La Penna indicando Acerbi: "Mi ha detto: sei un negro. E questo non va bene. Non va bene. Qui - e indica la scritta “Keep racism out” cucita sulla maglia all’altezza della spalla - abbiamo una scritta. Non va bene".
Ora, premesso che Juan Jesus a fine partita, ancora a caldo, non ha voluto rispondere alla domanda di Diletta Letta che voleva sapere cosa gli avesse detto Acerbi per averlo fatto tanto arrabbiare "(“Quel che accade in campo rimane in campo - ha risposto Juan Jesus -, Acerbi più tardi si è scusato: spero che non ripeta più quello che ha detto oggi”), e la cosa va a suo onore, resta l’estrema gravità dell’accaduto: un conto sono gli insulti razzisti lanciati dalla curva dei tifosi più retrivi e primitivi, un conto è l’insulto razzista rivolto in campo da calciatore a calciatore, da collega a collega, da uomo a uomo.
Che il fatto sia realmente accaduto lo si è notato subito dall’atteggiamento dei compagni di Acerbi - in particolare modo Dimarco - e dello stesso Acerbi. Archiviate le scuse del difensore dell’Inter, resta la vergogna di quel che è successo. E forse sarebbe il caso che l’Inter in qualche modo rendesse noto a tutti che la prima ad essere dispiaciuta e delusa dal comportamento del suo giocatore è la società. Attendiamo fiduciosi.