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Jeda: “Osimhen non è sostituibile, ecco in che ruolo può giocare Raspadori”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
A 1 Station Radio è intervenuto l'allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Cagliari e Lecce

A 1 Station Radio è intervenuto Jeda, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Cagliari e Lecce. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Uno dei suoi progetti sono i camp a Riccione. Può dirci qualcosa di più?

“Con la Jeda Soccer Accademy, stiamo cercando di dare vita a questo progetto da un anno. L’obiettivo è di formare i ragazzi, di formare un settore giovanile. Stiamo cercando una casa per poter sviluppare al meglio questo progetto. Il nostro lavoro con i ragazzi va avanti, cercando di avere nel nostro team persone competenti, che abbiano la nostra stessa filosofia e vogliano insegnare qualcosa di diverso a questi ragazzi. I camp son la pubblicità più importante che abbiamo in estate. Ce ne sono in Sardegna, a Milano, a Riccione ma anche in collaborazione con il Valencia. A Riccione è la prima volta che apriamo dei camp e non posso che dirmi contento. Ho giocato a Rimini e conservo un bel ricordo”.

Il Lecce, lo scorso anno, ha vinto il campionato primavera con ben dieci giocatori stranieri su undici. È un problema per la crescita di giovani talenti nel nostro Paese?

“La cosa che più mi dà fastidio è quando le persone si lamentano costantemente. Si parla molto di come siano cambiati i tempi per i nostri giovani. Se non facciamo nulla di diverso, è chiaro che non cambierà mai niente. Siamo anche noi che dobbiamo metterci a disposizione dei ragazzi. Lecce è un esempio importante. Può essere anche una sconfitta per l’Italia. Fermo restando che gioca sempre chi merita, dispiace vedere che non ci siano tanti italiani nella squadra. Anziché lamentarsi della mancanza di voglia dei ragazzi, sarebbe importante favorire il loro entusiasmo. È un mio obiettivo, per il quale cerco di essere affiancato da persone che possano consentirmi di portarlo avanti”.


Il Cagliari, battendo l’Atalanta, ha regalato al Napoli una possibilità di agganciare l’Europa?

“Sono molto contento per la vittoria dei rossoblù, soprattutto in chiave salvezza. Anche il Napoli ha ottenuto una vittoria per nulla scontata contro una squadra in salute come il Monza. La squadra di Calzona, con giocatori di grande qualità, come si evince dai gol, non riesce a garantire continuità. A gare convincenti si alternano prestazioni sottotono. Gli azzurri, che lo scorso anno hanno regalato tante gioie, devono ambire almeno all’Europa League. La sconfitta dell’Atalanta può essere un risultato importante in tal senso”.

Ad oggi, c’è qualcuno che possa sostituire Victor Osimhen?

“E’ molto complicato, è un giocatore di grande qualità. È un attaccante che fa davvero paura ai difensori. Sarà difficile rivedere un calciatore che possa sostituirlo. Victor fa reparto da solo, basta vedere il gol che ha fatto. Uno stacco di dieci metri di altezza…. Una cosa incredibile. Sa giocare con la palla tra i piedi, ma anche di testa e in velocità. È difficilissimo indicare un attaccante che possa sostituirlo. Non ne vedo come lui”.

In una piazza come Napoli, per un calciatore, prevalgono le motivazioni o le responsabilità?

“Prima le motivazioni, poi le responsabilità. In una piazza che ti dà tutto, devi essere motivato tutti i giorni. Le responsabilità di una maglia importante come quella azzurra impongono di dare tutto. Sapere di avere sempre un uomo in più, come avviene a Napoli, ti può dare tanto. Pensiamo all’urlo ‘Champions’ del Maradona, non puoi non essere elettrizzato”.

A Riccione gioca ancora?

“Con il Riccione abbiamo fatto un discorso più che altro di immagine, di amicizia. Ho detto ‘vengo, vi do una mano’. Tuttavia, è più una provocazione. Il progetto riguardava i giovani, la loro crescita. Giocare è stata una cosa in più. Devo ammettere, però, che è una società molto organizzata, con un progetto bello ed ambizioso”.

Lei è sempre stato un funambolo, tra trequarti e esterno. Dove può rendere al meglio, dunque, Giacomo Raspadori?

“Ho visto, qualche giorno fa, le discussioni intorno al ruolo di Raspadori, sulla necessità di garantirgli continuità nel ruolo. Credo sia un giocatore in grado di interpretare al meglio le posizioni avanzate e centrali. È un calciatore molto concentrato, predisposto a ricoprire certi ruoli. Bisogna anche vedere il supporto che la squadra gli garantisce. Può giocare da punta avanzata nel 4-2-3-1. Può anche essere impiegato come trequartista, ma da esterno è molto probabile che lo perdi. L’esterno ha la funzione di saltare l’uomo, ma la caratteristica migliore di Jack è quella di segnare, da attaccante rapace quale è. Penso sia un giocatore da valorizzare”.


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