Nell’epoca in cui chi guadagna undici milioni netti, si rifiuta di giocare, e poi deve andare in Turchia a mercato chiuso, quant’è difficile dare esempi ai ragazzi?
“Qui si parla di tanti soldi, ci sono esempi cattivi, ma ci si dimentica della passione. A queste cifre, io avrei giocato anche senza una gamba. Serve rispetto per la maglia, e per il club che ti paga tanto e a cui devi attenerti agli ordini. Purtroppo i giocatori con carisma che ti facevano innamorare del pallone, in questo periodo non ci sono. E, se ci sono, si trovano sulle dita di una mano. È brutto dirlo, ma è solo business, ormai. A me piace andare allo stadio, però ultimamente queste vicende mi fanno intristire. Non è bello. Anche i ragazzi, quelli delle giovanili, rischiano di ispirarsi a questi falsi modelli: non è un bell’esempio che, il calcio, sta dando al mondo. In Italia, in particolare, c’è qualcosa che deve cambiare. A proposito di Osimhen, non so che tipo di accordo avesse con la società, ma se io fossi stato in lui, avrei chiesto di giocare, restando sul mercato in attesa di qualche squadra. D’altronde quello è il suo lavoro, e lui ha dato tanto al Napoli: l’ultimo comportamento, non è positivo. Per me è uno degli attaccanti più forti del mondo, però ha dimostrato di voler giocare per business e non per passione. Quello che ha fatto De Laurentiis, concedendogli un ingaggio così alto, è un sacrificio importante, e certi soldi pesano nelle casse della società. Osimhen avrebbe dovuto mostrare più riconoscenza”.
Al Napoli è arrivato Neres: che calciatore è, quanto può incidere?
“Ha entusiasmo, è motivato, e la piazza lo esalta. Credo che lui sia arrivato nella squadra giusta, per tornare quello che era all’Ajax. È un modo per riprendersi la nazionale, che è priva di talenti, e lui lo è. Al Napoli ha mostrato subito che ha talento e che ha la giocata nel suo repertorio: può essere un momento di svolta anche in chiave nazionale, che è carente di talenti, ultimamente”.
Gli sono bastati pochi minuti per essere decisivo, tra Bologna e Parma: ci sono tutti i presupposti per essere titolare al posto di Politano?
“Non credo che partire titolare o dalla panchina sia fondamentale, credo piuttosto che sia molto meglio un utilizzo graduale per fargli capire com’è il campionato italiano. L’impatto è stato devastante, certo, ma per reggere novanta minuti servono le gambe e, ripeto, serve la conoscenza del campionato italiano. Magari in questa fase può essere più utile iniziare a giocare a partita in corso, per essere devastante com’è stato nelle partite in cui è entrato”.
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