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Italia, Spalletti: “Per vincere c’è una sola strada, vi spiego”

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Le parole in conferenza stampa del ct della Nazionale
Bruno Stampa

Il commissario tecnico della Nazionale Luciano Spalletti si è concesso, nell'immediato post partita, alle domande dei giornalisti in conferenza stampa per analizzare il successo maturato in rimonta contro l'Albania, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione!

Italia, Spalletti: "Abbiamo dimostrato di essere una squadra forte caratterialmente oltre che tecnicamente"

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"L'errore di Dimarco? Sono cose che possono capitare, abbiamo commesso una leggerezza. Ma anche lì va apprezzata la voglia di andare a giocare in una situazione difficile, andare a creare una palla libera in una situazione difficile. Bisogna saper riconoscere quando si diventa incoscienti a fare una certa ricerca perché il gioco in quel momento andava fatto perimetrale, pulito. E se loro se lo sentono, è giusto ed è bello giocare così, ma quando gli nasce un dubbio bisogna fare l'inversione di corsia e andare a creare una palla sporca, è giusto. I ragazzi sono stati doppiamente bravi: tutti hanno partecipato alla difficoltà del compagno, non hanno allargato le braccia per evidenziare l'errore del compagno ma hanno detto: 'Va bene, non fa niente, andiamo avanti insieme'. Perché bisogna condividere anche questi momenti, si divide tutto in parti uguali. Stasera hanno dimostrato di essere una squadra forte caratterialmente oltre che tecnicamente. Però ci sono cose da migliorare: ci sono situazioni in cui ci siamo piaciuti troppo, sulla cattiveria dobbiamo lavorare e fare meglio. Se l'Italia può vincere l'Europeo? Tutti mi dicono la stessa cosa, anche i miei dirigenti di adesso: 'Mister, l'importante è vincere..." Da quando ho iniziato ad allenare i bambini l'importante è vincere. No, non sono d'accordo: l'importante è giocare bene. Per diventare l'allenatore della Nazionale c'è una strada sola, quella del gioco. Bisogna giocare a calcio, altrimenti ci sono squadre di livello superiore. Se tu vai a giocare con le stesse cose delle squadre di livello superiore loro vincono. Noi nel primo tempo eravamo un po' bassi, per cui bisogna tenere la palla di più perché sulle pallata siamo più in difficoltà. Con Cristante, Darmian e Folorunsho, nel finale, avevamo una squadra più fisica, ma a noi ci salva solo il gioco ed essere squadra, altrimenti non riusciamo ad essere del livello del calcio europeo. Poi è chiaro che dopo aver giocato bisogna anche essere cattivi, fisici, però questa è la strada corretta per poter sognare qualcosa. Troppo striminzito il risultato visto il divario? Il divario l'hanno creato i ragazzi giocando un buon calcio. I ragazzi l'hanno giocata in maniera corretta. Poi è vero: è troppo poco un 2-1 dopo questa partita perché in fondo rischi con una pallata buttata dentro l'area di rigore. Per fare un calcio gradevole alle persone c'è anche questa fase di pressione, dove si sta a palleggiare nella loro metà campo, altrimenti diventa quello che è sempre stato: da dietro si tira sul primo attaccante e si cerca una situazione di vantaggio. Abbiamo trovato tante volte l'uomo dietro la linea di pressione, ma a quel punto devi andare a puntare la linea difensiva e invece spesso siamo rimasti a giocarla, siamo andati indietro. Ho visto tante cose perché poi non siamo mai stati in affanno e il fatto di provare a giocare anche quella rimessa laterale all'inizio è il tentativo di andare a fare ciò che ci siamo detti in questi giorni. Poi avere tanti centrocampisti di qualità ti dà una grossa mano per questi passaggini che sembrano inutili e invece creano lo spazio per andare a creare la situazione importante. E' chiaro che te ne devi accorgere, devi andare a sfidarla quella opportunità che ti sei creato. Devi prendere delle decisioni e noi alcune volte ci abbiamo rinunciato, magari tenendo ugualmente palla però c'era qualche cosa di più a disposizione per quello che ci siamo creati e per come ce lo siamo creati".