Sull'approccio al calcio, amore ereditato dal padre: "Mio padre, ricordo quando andavo sul campo di allenamento con lui, quei momenti mi hanno fatto appassionare a questo sport. Quello che rende speciale giocare a calcio è vedere tutti i tifosi felici, è una cosa bellissima, mi spinge a migliorarmi, a puntare sempre al massimo".
Sui compagni: "In allenamento lavoriamo tanto, il nostro gruppo è molto unito e questo ci permette di allenarci con impegno ma anche con il sorriso: con Calha e Arna in particolare scherziamo molto dentro e fuori dal campo".
Sulla sfida più grande: "È stata sicuramente quella di diventare calciatore, ma non finisce mai: avere degli obiettivi e raggiungerli è una sfida che dura per tutta la vita perché c'è sempre spazio per migliorarsi".
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