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interviste

Inter, Marotta: “Nel 2019 sacrificai Spalletti, mancava la cultura vincente”

Alex Iozzi
L'ad nerazzurro non rinnega le proprie scelte

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, si è concesso ai microfoni di media presenti, a margine della giornata inaugurale della XI edizione del Corso da Team Manager presso la Luiss di Roma, rilasciando alcune dichiarazioni e soffermandosi in particolar modo sul tipo di politica che mette in pratica in qualità di dirigente.

"Dopo l'esonero di Spalletti, presi Conte che ci ha portato a vincere lo scudetto", le parole di Marotta

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Di seguito quanto dichiarato:

"Quando nel 2010 arrivai alla Juventus ed i risultati non c'erano, dovetti procedere ad una rivoluzione. Ho cambiato tutti i ruoli: dalla comunicazione ai magazzinieri. Avevamo anche in squadra una fila di campioni del mondo, ad esempio Camoranesi era nella lista di quelli che volevo mandare via, ma ero imbarazzato nel farlo. Per questo lo chiamai nel mio ufficio e gli chiesi cosa avrebbe fatto al posto mio. Lui mi rispose: "Mandare via me e tanti altri". Ecco, bisogna avere la forza di cambiare quando serve. Nel 2019, arrivato all'Inter, attuai la stessa politica: sacrificai una figura come quella di Luciano Spalletti, che ritengo un bravo allenatore, ma che faceva parte del presente e del passato. La cultura che c'era non era vincente ed ho sacrificato un allenatore come lui per arrivare a Conte, che conoscevo bene e che ci ha portato a vincere lo scudetto al secondo anno".



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