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Milan, Ibrahimovic: “Mi sento ancora Dio. Sul mondo Milan e il ritiro…”

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Le parole dell'attaccante rossonero a Sport Mediaset

Giovanni Pietropaolo

L'attaccante svedese del Milan Zlatan Ibrahimovic ha annunciato il suo rientro ai microfoni di Sport Mediaset e ha analizzato la situazione in casa rossonera. Il calciatore ha svelato importanti novità anche sul suo ritiro.

Ibrahimovic: "Critiche? Ci stanno, ma adesso torno e cambia musica"

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Di seguito le dichiarazioni dell'attaccante rossonero a Sport Mediaset: "Sono ancora Dio, sono ancora il numero 1: adesso torno e cambia la musica. Ho tanta voglia, voglio fare tante cose, quello che ho perso in questi 7/8 mesi. Ho perso tempo. Adesso sto bene, sto molto bene! Sono rientrato in gruppo e mi sento libero, libero in campo e fuori. Significa che sto bene. In questo periodo ho fatto di tutto per aiutare mister, staff e club da fuori. Ho avuto pazienza perché dovevo rientrare al top, il recupero sta andando tutto secondo i piani".

Sulle critiche:"È normale, perché se non ti criticano non sei al top. A me criticano da 25 anni perché sono il numero 1, sono abituato. È come mettere benzina sul fuoco e quando scherzi con il fuoco ti bruci. Mi sento ancora Dio, non cambia niente. Non voglio tornare in campo per beneficenza, se entro in campo lo faccio per portare risultati e per fare quello che ho sempre fatto. Altrimenti non sarebbe una sfida per me, starei a casa a giocare coi miei figli". 

Su Leao:"Ha fatto un anno fantastico, ha vinto il premio del migliore giocatore del campionato. Poi il contratto, altri club che ti cercano, il Mondiale e tutto il resto. Ma lui deve restare concentrato e giocare a calcio. Tutto il resto si risolve, lui deve solo pensare a giocare. È diventato più forte rispetto a un anno fa, solo che quest’anno tutti sanno chi è Leao, l’anno scorso invece erano meno concentrati su di lui. Ora invece, sanno che è il più forte di tutti e stanno più attenti su di lui".

Su Pioli: "Normale essere al centro della critica, è l’allenatore del Milane se le cose non vanno bene è giusto criticare l’allenatore e la squadra. Siamo professionisti e ci aspettiamo le critiche, non sono tutte rose e fiori, le critiche fanno parte del lavoro. Se non reggi le pressioni delle critiche non bisogna fare questo lavoro ma le critiche fanno parte del nostro mondo e sono utili perché ti fanno restare al top. Quando sei brutto puoi diventare bello".

Sul ritiro: "A 41 anni ho ancora tante pagine da scrivere anche perché la qualità non scompare, il fisico cambia, la preparazione fisica è diversa ma la qualità non va via, è una cosa che rimane. A chi non crede in Dio, lo farò vedere in campo, non a parole. Voglio dimostrare il mio talento tutti i giorni con grande voglia, ma non solo individualmente. Non deve dipendere tutto da me, voglio trasferire tutto quello che ho dentro agli altri: se i miei compagni stanno bene sto bene anche io. Se vinciamo da collettivo mi carico. In questa situazione non devo avere, devo solo dare. È anche questa la mia sfida, l’obiettivo non è il mio ego. Io voglio trasferire gli occhi sugli altri, sono qui per loro non per me. Se fosse per me sarei su un’isola con un sigaro. Se posso essere un esempio e un leader lo faccio".