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interviste
OLDENZAAL, NETHERLANDS - JUNE 17: President of FIGC Gabriele Gravina attends before an Italy Training Session, the UEFA Nations League 2022/23 at K.V.V Quick '20 Stadium on June 17, 2023 in Oldenzaal, Netherlands. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Il presidente della F.I.G.C. Gabriele Gravina è intervenuto sulla scelta di Spalletti come nuovo commissario tecnico della Nazionale e non solo nel corso di una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera.
"Mancini? Non voglio alimentare ulteriori polemiche. Ma sono state dichiarazioni sconfortanti, inappropriate e offensive nei miei confronti. Non rinnego il rapporto di amicizia con Roberto, che ha sempre dimostrato stile. Spero riveda la sua posizione. Non ho mai invaso il campo, mai suggerito un giocatore, mai ho chiesto la formazione. Non meritavo parole così. La mancanza di fiducia nei miei confronti? La mia era totale e l'ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell'Under 21 e Under 20? Continuo a chiedermi perché Mancini abbia detto certe cose. E mi chiedo se le ha dette per davvero, perché sa benissimo che la realtà è il contrario esatto di quanto ha dichiarato. Le sue dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno. Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una pec formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi. La clausola di uscita dal contratto qualora l'Italia non si fosse qualificata per l'europeo? Stendiamo un velo pietoso. Più facciamo certi discorsi e più l'amarezza cresce. Le motivazioni di Mancini sono deboli e superficiali".
Su Spalletti e la clausola rescissoria pretesa da De Laurentiis: "Perché ho scelto Luciano? Perché ha vinto lo scudetto facendo emozionare Napoli e tutti quelli che amano il calcio, è una guida forte e sicura, ha esperienza e un gioco brillante. Ma soprattutto perché, già alla prima telefonata, ha mostrato un entusiasmo contagioso. La clausola? All’inizio neppure sapevo dell’esistenza di questo documento, l’ho scoperto dai giornali. I nostri avvocati mi hanno rassicurato: potevamo parlare con lui, il resto è una questione tra Luciano e il suo vecchio club. Con Aurelio Ci siamo sentiti. Ma non mi aspettavo niente di diverso da quanto è successo. Altre cose, invece, non mi aspettavo. Tanto odio e ipocrisia da parte di alcuni detrattori, ma fa parte del gioco. Ho letto anche nomi di allenatori che non rientravano nei piani. Ho chiamato subito Spalletti, l’altro candidato era Conte che non può essere considerato una seconda scelta. Stop: finita qui. Cos'altro non mi aspettavo? Che De Laurentiis parlasse del contratto di Mancini. Un contratto che non conosce. Mi è sembrata una invasione di campo. Certe dichiarazioni mi sono sembrate inopportune come quando ha detto che se volevamo Spalletti avremmo dovuto pagare…La situazione è stata chiara sin dall'inizio. Luciano stesso mi ha subito detto che la clausola è un problema tra lui e il Napoli. E la Figc non ha mai pensato di subentrare".
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