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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto a Bologna, a margine dell'evento Stati generali del calcio: il libro bianco.
“La storia ci insegna che esistono due fattispecie di crisi: una endemica, che nasce da un aspetto fondamentale dell’organizzazione. E poi esiste quella entropica, che mi pare più vicina a quella che stiamo vivendo: non si risolve con le norme, ma cambiando direzione con una vera rivoluzione culturale. Il calcio non può pensare di uscire da un elemento di difficoltà soltanto eliminando elementi semplici, noi dobbiamo essere impegnati in maniera molto decisa. Il calcio basa le sue progettualità sulle risorse economiche: il valore, in termini di produzione, non è sufficiente. Il mondo del calcio deve trovare delle modalità perché ci sia un valore relativo: ho voluto parlare di sviluppo sostenibile. La relazione è in rifermento ai costi, questo tipo di rapporto genera sicuramente crescita e sviluppo. Non c’è sviluppo nel nostro mondo, se a causa di una ricerca ossessiva della crescita di una sola componente a scapito di tutte le altre questa crescita diventa momentanea e non felice. Per questo bisogna crescere in maniera sistemica. Stanno cambiando le modalità della formazione delle nostre governance e sta esplodendo l’economia di mercato tra competizioni, con quelle che andranno a svilupparsi a livello internazionale e avranno sicuramente degli effetti sui campionati domestici”.
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