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interviste
(Getty Images)
L’11 marzo, data fissata per l’Assemblea straordinaria per modificare lo Statuto federale, si avvicina. Ma l’intesa tra le parti appare ancora lontana. Il presidente FIGC Gabriele Gravina ne è consapevole e al termine del Consiglio federale che ha approvato all’unanimità il budget 2024 (ha chiuso con un risultato di esercizio di 0,32 milioni, con margine operativo lordo di 20 milioni) ha parlato chiaro della situazione e lo fa usando parole forti.
"Intorno a me vedo visioni diverse dalla mia, molti cercano consenso. Io non vivo di consensi, ma mi assumo la responsabilità di portare avanti queste riforme nel segno della sostenibilità perché sono preoccupato per un sistema finanziario in crisi, non si può stare zitti. Oggi c’è una sorta di paura che come spesso accade accompagna il cambiamento. Manca una visione in termini prospettici. A febbraio presenterò un piano, poi vorrò sapere nomi e cognomi di chi approva un progetto di salvaguardia del calcio e chi, invece, ha semplicemente fatto enunciazioni di principio nel volere delle riforme ma non ha intenzione di realizzarle. A quel punto non sarò più destinatario di accuse di staticità. Io ci sto mettendo la faccia. La mia è una missione, un servizio. E se non viene inteso perché c’è voglia di ballare sul Titanic, io tolgo la musica".
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