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Mario Giuffredi ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni riguardo tematiche relative al presente (e al passato) della SSC Napoli.
Mario Giuffredi, procuratore di molteplici tesserati del Napoli, si è concesso ai microfoni della stampa presente alla "Palermo Football Conference" (evento svoltosi presso la Braciera in Villa e organizzato da Conference 403 e patrocinato dal Comune di Palermo). Per l'occasione, il noto agente ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni (riportate dalla redazione di TuttoMercatoWeb.com) riguardo tematiche relative al presente (e al passato) della società azzurra, con focus sulle figure di Giovanni Manna, Cristiano Giuntoli (rispettivamente attuale e precedente direttore sportivo della compagine partenopea) e del presidente Aurelio De Laurentiis.
Che finale di stagione attende il Napoli? "Da tifoso, dico che non è ancora finita; ma comunque vada, sarà stato un anno fantastico. Dopo quanto accaduto la stagione scorsa, l'obiettivo era quello di tornare in Champions. Se poi vince lo Scudetto, sarà una pagina di storia impensabile".
Manna che direttore è per il Napoli? "De Laurentiis e Chiavelli hanno fatto una scelta seguendo le loro idee: dirigenti giovani, che possano stare col Napoli tanti anni. Una scelta in stile Napoli, come fu per Giuntoli. E Manna ha già lavorato in un club importante come la Juve e ha grosse competenze, oltre a essere un gran lavoratore. Può diventare nei prossimi vent'anni uno dei dirigenti più importanti e lungimiranti del nostro calcio".
Giuntoli alla Juventus sta faticando..."Sono d'accordo con lui quando dice che l'allenatore non lo esonera perché l'ha scelto lui. La Juventus è in rifondazione, dunque non puoi mettere la clessidra e abbandonare l'allenatore a metà strada. Sono convinto che se la Juventus a giugno arriverà tra le prime quattro, avrà raggiunto l'obiettivo. Motta è un allenatore bravo, che va supportato. E non è che se un direttore sbaglia un'annata non è più bravo. Un consiglio che mi sentirei di dargli è di non cambiare se stesso o snaturarsi, perché secondo me alla Juventus un po' l'ha fatto. Quando era a Napoli ha portato gente come Allan e Meret che venivano dall'Udinese, i miei Di Lorenzo, Mario Rui e Hysaj dall'Empoli... Ha fatto una grande squadra con giocatori affamati che venivano dalle piccole. Alla Juventus non ha preso calciatori così, bensì quelli che venivano già da grandi club. Se avesse continuato a fare il Giuntoli di Napoli, oggi avrebbe ottenuto qualche risultato in più".
Con i proprietari come si trova? "Ho grandi rapporti con tre presidenti: De Laurentiis, Lotito e Corsi. Avere una proprietà presente e italiana dà ancora più valore al club e alla maglia. Tante volte i presidenti riescono a trasferire passione ai dipendenti e ai tifosi. Credo poco nelle proprietà straniere e non lo dico io, ma i risultati del campo. Guardate la Roma, il Milan... C'è molto distacco e poco controllo: sono per le proprietà italiane".
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