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Giordano: “Napoli, ma quale appagamento! Vincere col Milan per tornare a volare”

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L'ex azzurro ha analizzato il momento di partenopei e rossoneri, sottolineando il valore del match di domenica sera al Maradona
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Bruno Giordano, ex azzurro vincitore dello scudetto con Diego Armando Maradona, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi sulle colonne de il Mattino, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

De Laurentiis in pianta stabile a Castel Volturno, che messaggio per la squadra? «Il presidente può fare qualsiasi cosa basta che non intervenga in discorsi tecnici e tattici. Non deve oltrepassare quella linea altrimenti l'effetto sarebbe sbagliato: indebolirebbe l'allenatore davanti alla squadra. Escludo che il presidente lo faccia, la sua presenza è un segnale di supporto in un momento che non è brillante, certo, ma guardiamo i risultati: il Napoli è messo bene per la qualificazione agli ottavi di Champions e il primo posto, dopo nove giornate, è a cinque punti. La storia di questa stagione resta tutta da scrivere».


Giocatori appagati dopo la vittoria dello scudetto? «No, non vi è stato alcun rilassamento post scudetto. Piuttosto, qualche incomprensione tra il nuovo allenatore Garcia e la squadra, accompagnata da un po' di tensione. Cose che avvengono, soprattutto quando da un gruppo che ha vinto si distaccano Spalletti, Giuntoli, Kim e aggiungo Lozano e Ndombele. Non bisogna commettere l'errore di avere ancora negli occhi il Napoli di un anno fa: ogni stagione ha una sua storia. Bisogna sapere aspettare perché questa squadra ha le potenzialità per ottenere altri buoni risultati. Conosco a fondo le piazze di Napoli e Roma: Napoli, Lazio e Roma possono vincere gli scudetti ma rischia di essere complicato gestire il dopo per l'eccesso di euforia».

Napoli-Milan bivio per entrambe le squadre? «Vincitrici degli ultimi due scudetti, Milan e Napoli hanno perso con le avversarie di prima fascia: Pioli contro Inter, Juve e Psg; il Napoli contro Lazio, Fiorentina e Real. Il risultato di domenica può avere un riflesso importante: gli azzurri dimostrino che il momento negativo e passato soprattutto sul piano dei rapporti. Il Milan è stato indigesto al Napoli nelle due partite in casa della scorsa stagione: fu un suicidio concedere tanto spazio al contropiede di Leao e Brahim Diaz».

Che campionato sarà? «Non siamo neanche arrivati a un terzo del cammino, si può comunque immaginare che sia equilibrato come gli altri, prima di quello stravinto da Spalletti. Anche le big possono perdere terreno e questo accade perché i grandi giocatori, realmente in grado di fare la differenza, sono pochissimi: basta un loro calo».

Sull'assenza di Osimhen «Per Raspadori non è un peso sostituirlo: chi gioca in una grande squadra deve saper gestire le pressioni. Durante un collegamento con la Rai ho detto a questo ragazzo che il suo ruolo vero è quello di centravanti: non pensi ad andare a destra o sinistra ma a segnare il più possibile. Così come, a proposito delle pressioni, i calciatori sappiano che ci possono stare i fischi ascoltati dopo la sconfitta con la Fiorentina: io ho sentito fischiare Maradona... È importante che durante la partita vi sia un supporto intenso e costante».

Cosa serve al Napoli per tornare in quota? «Una grande partita e una grande vittoria, come sarebbe quella contro il Milan: si sistemerebbe tutto e si ripartirebbe di slancio».

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