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interviste
MILAN, ITALY - DECEMBER 12: Massimo Giletti attends the Gazzetta Sports Awards on December 12, 2017 in Milan, Italy. (Photo by Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
Massimo Giletti, noto tifoso della Juventus, è intervenuto ai microfoni dell'emittente italo-francese Radio Fuori Campo.
Per qualche ora la Juve è tornata prima in Serie A. Crede nello Scudetto, quest'anno?
"I pronostici e le analisi logiche, nel calcio, possono sempre essere ribaltati. Se guardiamo a Napoli, Milan ed Inter, abbiamo dei giocatori decisamente più forti di quelli della Juve, con rose molto più ampie ed anche un maggior budget da investire sul mercato. Il calcio, però, non è una scienza esatta. La sua bellezza è che anche l'ultima può fermare la prima. Di recente, ho visto la fatica fatta dal PSG contro il Brest in Francia: non ha avuto vita facile, nonostante una rosa imbottita di fenomeni. Il calcio è una sfida undici contro undici, nella quale passione, cattiveria sportiva e voglia di lottare fanno la differenza. Se la Juve, a gennaio, farà due acquisti mirati a centrocampo, un reparto oggi ridotto al limite, posso anche pensare che realizzi un sogno".
Quale giocatore le piacerebbe togliere al Napoli e alle milanesi per rinforzare la squadra di Allegri?
"I nomi li lascio fare a Giuntoli, l'importante è che arrivi un giocatore in grado di dettare i tempi in modo vero. Mi piace come gioca Locatelli, che ha dato forza davanti alla difesa e sta crescendo, però servono due calciatori in più che sappiano aumentare il livello tecnico. Serve qualità. In Europa, vinci se hai grande tecnica in mediana. Guardate l'Inter, che a centrocampo ha cinque o sei giocatori intercambiabili, mentre noi ne abbiamo tre. Al di là dei nomi, ci vogliono elementi che abbiano voglia di successo e di fama. Io non sono tanto per ritorni di fiamma come quello di Pogba o per giocatori già affermati: voglio dei ragazzi che abbiano dimostrato sul campo di essere quadrati".
In più occasioni ha parlato di modello Napoli da seguire, per la capacità di scovare talenti a basso costo. Aver preso Giuntoli basterà?
"Quando parlo di Giuntoli, parlo di un uomo che ha portato una cittadina di 40-50 mila abitanti, il Carpi, in Serie A partendo dal fondo del calcio italiano. Quello è un miracolo vero: la squadretta di un paese che arriva in Serie A. A Napoli, poi, ha confermato il suo talento. È difficile lavorare per la Juventus, perché la Juve, se arriva seconda, ha perso, mentre il Napoli, se arriva tra le prime quattro, ha fatto il suo. Oggi, anche Giuntoli deve fare un salto in più. La strada da battere, a mio avviso, è quella lì: deve andare a cercare giocatori di talento, che ci sono, e deve arrivarci prima di altri. Io mi ricordo di quando, tanto tempo fa, discutevo con una persona della Juventus di un attaccante del Salisburgo, Haaland. Non vedere chi fosse Haaland, francamente, è qualcosa che fatico a comprendere, eppure alla Juve non l'hanno visto o comunque hanno scelto altre vie. È sbagliato. Le squadre le fanno i ragazzi giovani, forti, ma che siano uomini, perché è con gli uomini veri che guidi le tempeste, attraversi le difficoltà e vinci, non con i quaquaraquà che si tingono i capelli, si fanno le meches e si mettono gli orecchini".
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