C’è o ci sarebbe anche un quarto? «L’Atalanta e il Milan, lo dicono anche gli ultimi risultati della Champions e del campionato. Ma il Napoli può farcela, può riuscirci, magari di poco, perché non credo che stavolta possa esserci - come nelle ultime due stagioni - una ammazzacampionato».
Inzaghi o Conte? «Hanno vinto entrambi ma Conte qualche trofeo in più. E questo è un pregio. Lo ha fatto ovunque sia stato, in Italia e in Inghilterra. Ha una capacità di incidere notevole, si sta vedendo al Napoli: in tre mesi ha spostato l’umore, ha curato i malesseri ed ha portato la squadra in testa alla classifica. Inzaghi non si discute, benissimo già con la Lazio e poi con l’Inter, dentro un progetto che gli appartiene. Ecco, in questo si somigliano: entrambi sanno esaltare le ambizioni dei club e riempire un progetto».
Zielinski in nerazzurro che effetto le fa. «Giocatore dal talento sublime e persona speciale. Gli auguro il meglio, perché è un ragazzo straordinario. Questo è il calcio: si chiude una stagione lunga otto anni e devi divorziare. Hanno fatto un affare in due, lui e l’Inter».
L’Italia le manca? «Ci torno spesso, tra un po’ verrò di nuovo. Il mio periodo napoletano resta indimenticabile, per ciò che ho avuto come calciatore e come uomo. Guardo le partite che posso, e sono tante, so molto della serie A, non dico tutto perché è impossibile, e mi diverte».
Non smette di correre e di allenarsi. «Ho avuto alcune proposta ma io non devo giocare per esigenze, lo farò soltanto se arriva qualcosa che mi emozioni. Poi studio, da manager e da allenatore».
La buttiamo lì: prospettiva 4-3-3? «Quello del Napoli di Sarri, per dirla chiaramente. Ma ci vogliono gli interpreti giusti. Altrimenti, ci si adatta, si cambia. E Inzaghi e Conte hanno dimostrato come si fa».
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