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interviste

Gavillucci: “Ecco le nuove direttive arbitrali al Mondiale. Caso D’Onofrio complesso”

Domenico D'Ausilio

L'ex arbitro ha parlato a Radio CRC

A Radio CRC è intervenuto Claudio Gavillucci, ex arbitro, soffermandosi sul caso D'Onofrio e sulle nuove direttive arbitrali e sui recuperi eccessivi al Mondiale.

Gavillucci sulle nuove direttive arbitrali al Mondiale e i recuperi

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“La nuova tecnologia sul FG? Gli allenatori si adegueranno a questa novità. Sto vedendo l’Argentina e l’arbitro è troppo permissivo con i giocatori dell’Arabia Saudita. In questo Mondiale il recupero viene calcolato anche rispetto all’esultanza dopo i gol, le ammonizioni e le perdite di tempo in generale oltre che per sostituzioni ed infortuni. La seconda grande indicazione pervenuta in queste prime gare è quella sulle trattenute in area di rigore, abbiamo visto assegnare due calci di rigori dopo una revisione al VAR per trattenute, cosa che in Italia si vede raramente, evidentemente c’è molta attenzione a questa tipologia di falli".

La sesta sostituzione

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"Quando un giocatore viene sostituito per una commozione cerebrale, questa sostituzione non viene considerata quindi c’è la possibilità di farne un’altra". 

Sul caso D'Onofrio

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"La storia è molto complessa e non basterebbe una trasmissione per parlare di quello che è accaduto. Il caso Giacomelli poco c’entra con D’Onofrio. Il processo di Giacomelli come tutti gli altri sono stati svolti in maniera regolare, con giudizi di ben tre tribunali. L’ Aia spesso viene vista come un’Associazione con dei poteri illimitati, ma non è così perché ci sono dei limiti per i quali delle cose non possono essere fatte, per esempio non ha il potere istruttorio sugli associati. D’Onofrio è stato arrestato quando tutta l’Italia era a casa a causa della pandemia. Se c’è un responsabilità della L’AIA è esclusivamente politica, perché avrebbe dovuto seguire nella nomina dei suoi dirigenti quanto era emerso negli anni precedenti a seguito della mia causa e che i giudizi dei tribunali federali e del CONI avevano auspicato; cioè una nomina non più fiduciaria dei dirigenti Arbitrali, ma bensì meritocratica sulla base di una selezione tra CV di persone interessate alla posizione come prevede già lo statuto federale. Se a seguito di questa procedura il signor D’Onofrio avesse vinto, probabilmente oggi la responsabilità dell’AIA sarebbe pressoché nulla in quanto non può rispondere di reati altrui. Sulla assoluta buona fede del Presidente Trentalange ci metto la mano sul fuoco solo uno sciocco potrebbe pensare di nominare una persona agli arresti domiciliari senza pensare che la cosa venisse fuori. D’Onofrio ha presentato un curriculum dell’esercito con lauree annesse, e con questo non ha ingannato solo l’Aia ma lo stesso esercito italiano”.