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MILAN, ITALY - DECEMBER 19: Giuseppe Galderisi attends the "Il Campionato Fa 90" Tv Show on December 19, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)
Giuseppe Galderisi, allenatore ed ex attaccante, è intervenuto a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni. A seguire le sue principali parole.
“Spero che non mi tocchino Osimhen che nel campionato italiano mi diverte. Hojlund mi piace tantissimo. Certo il Napoli con De Laurentiis si muove benissimo, regali non ce ne sono, è uno di quei presidenti che si fa rispettare in tutto e per tutto e credo che Osimhen andrà via per una cifra alla quale non puoi dire di no. Secondo me De Laurentiis si sta guardando intorno e Hojlund è un giocatore dalla prospettiva incredibile, veramente forte. Il Napoli il prossimo anno ha un compito arduo. Vincere lo scudetto è difficile ma l'anno dopo è quello più difficile di tutti perché devi riconfermarti e consolidare quello che hai costruito. Quindi, anche se perde grandi campioni, il Napoli deve rinforzarsi e bene visto che il presidente ha detto di voler arrivare almeno in finale di Champions. Alzando non di poco l'asticella. Il Napoli del futuro potrebbe essere quello di Kvaratskhelia se andasse via Osimhen. Il georgiano ha fatto cose strepitose, ha cambiato tante partite, ha dato sempre un'altissima continuità nella qualità del gioco, nella dinamicità ma alla fine ci vuole chi fa i 25-30 gol per vincere. Al di là dei gol che ha segnato, Osimhen fa reparto da solo, è devastante. Infatti, nel periodo in cui il Napoli lo ha perso è venuto meno il suo peso lì davanti, dove si era fatto sentire. 14 gol e 17 assist sono cifre importanti per Kvara. Sono numeri che mettono in mostra oltre la concretezza anche la bellezza".
"Il Napoli lo scorso anno lo guardavi perché ti divertivi, giocava un bel calcio. Ha divertito nel modo di esprimersi, nel palleggio, con i singoli giocatori. Devastanti e divertenti. Credo che Garcia si sia preso una bella gatta da pelare perché sostituire Spalletti ora non è facile e dunque chiunque avrebbe avuto gli stessi problemi. Garcia ha già avuto a che fare con il calcio italiano, sa gestire ambienti come Roma, sicuramente non facile. Credo che all'inizio non cambierà tutto. Pian piano sicuramente ci metterà del suo. Insomma, non saprei fare un paragone tra i due ma il 4-3-3 è quello. Quando ho allenato in Portogallo tutti giocavano col 4-3-3 ma era finto. Perché secondo me le catene esterne sono fondamentali nell'attaccare gli spazi, nel trovare l'ampiezza, nel creare la superiorità numerica sugli esterni. Oltre i rigori bisogna avere in squadra chi tira punizioni, calci d'angolo, punizioni laterali, che possono diventare devastanti non tanto se prepari gli schemi ma se gli schemi vengono esaltati da chi calcia”.
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