Quali sono i tuoi obiettivi come allenatore?
“Puntare in alto, voglio arrivare dove sono arrivato come giocatore, in Serie A, però con i giusti tempi e con la giusta gavetta. In più vorrei lasciare alla società ed ai giocatori qualcosa, aiutare i ragazzi a crescere nella mentalità, per arrivare ad un certo livello di ambizione, una certa dedizione e ossessione. E poi di non pensare a me stesso. Voglio pensare ai giocatori”.
In che modo?
“I ragazzini oggi hanno bisogno di capire che per arrivare in Serie A non ti puoi allenare ai due all’ora, non ti puoi permettere distrazioni, devi fare qualche rinuncia. Che per ottenere qualcosa, devi essere ossessionato da quella cosa. Perché non è che ti arriva. Gli allenatori oggi sono diventati molto tecnici, pensano alla tattica. Oltre a questo però devi trasmettere qualcosa ai ragazzi. Io per esempio è vero che vorrei allenare in A, ma ciò che vorrei davvero è anche di poter vedere un giorno dei ragazzi che ho allenato giocano in Serie A. Faccio un esempio”.
Prego.
“Gennaro Esposito è un 2007, lo allenavo nell’Under 17 del Giugliano. Da quest’anno ha ottenuto l’apprendistato e si allena con la prima squadra. Per me questo è un motivo di vanto. Mai avevo visto una partita della prima squadra del Giugliano in C, ma il giorno del suo esordio ero vicino alla panchina per vedere se entrava. Una emozione unica, volevo insultare l’allenatore vedendolo Gennaro in panchina per il fatto che mi sembrava di seguire mio figlio (ride, n.d.r.)”.
A proposito di tecnici che trasmettono qualcosa: quanto può incidere Conte sulle sorti del Napoli?
“Tantissimo. perché arriva in una situazione dove purtroppo l’anno scorso è stato vissuto un anno fallimentare. Lui in queste cose è maestro, sa tirare fuori il meglio da ogni giocatore, sa rianimarli, sa farsi seguire. Se anche far giocare a calcio, perché Conte fa un grandissimo calcio. Soprattutto ha quella mentalità che tanto gli invidio, che è la voglia di vincere. Quello può essere il fattore determinante per il Napoli”.
Conte può influire, poi serve il mercato?
“Lui non è quel classico allenatore che viene qua, bacia la maglia e poi magari va via. E’ una persona molto intelligente, ti fa capire che viene qua per fare il suo lavoro e che vuole vincere”.
Un altro allenatore che incide è Inzaghi: l’Inter rimane la favorita per lo Scudetto?
“Sì, quando vinci poi parti sempre favorito. Inzaghi è un grandissimo allenatore, ha dimostrato di saper fare un grandissimo calcio, E di avere una squadra che lo segue per filo e per segno. E quando un allenatore raggiunge questi obiettivi, significa che sa fare bene il propr.io lavoro. Se rimani tanti anni in una squadra così e ti fai voler bene, vuol dire che sei un grande tecnico ed una grande persona. Sento parlare i giocatori, tutti parlano bene di lui. Questo deve essere un motivo in più di orgoglio perché l’uomo dietro al tecnico è troppo importante”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA