Perché io penso che qualsiasi uomo di calcio che arriva in un club, la prima cosa che sceglie sono i giocatori su cui continuare il progetto. Ti chiama e ti dice: "Guarda, pure se dovesse arrivare qualsiasi offerta, non se ne parla proprio perché io ti incateno a Castel Volturno". Nel caso del Napoli, quando invece si dice che il presidente ha detto che se dovesse arrivare un’offerta può andare via, il giocatore già aveva percepito questa sfiducia nei suoi confronti e nell’ultimo periodo queste parole per me sono la conferma. E quindi è normale che a questo punto dico: "Beh, benissimo. Se ci arriva un’offerta, vado via come mi state dicendo voi e quindi voglio andare via". Ma questo non vuol dire rinnegare il rinnovo che abbiamo fatto. A volte l'italiano non lo capiscono, o pensano che io parli a vanvera. Io interessi non ne ho: quando Di Lorenzo ha rinnovato non ho preso un euro! Penso di essere stato chiaro e chi vuole capire, capisca. I fischi di ieri lasciano il tempo che trovano, anche se sono stati una brutta cosa. Io penso che i fischi di ieri, nonostante le cose che sono successe, il ragazzo non li meritasse".
Il motivo dell'addio potrebbe essere il passaggio ad una difesa a tre? "Di Lorenzo è un grande professionista, non sta a contestare la zona del campo dove va a giocare. È uno predisposto a fare tutto, il braccetto l'ha già fatto in tempi addietro. Ma lui non si addentra in queste cose che sono del pensiero tattico dell'allenatore, queste cose sono fuori discussione".
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