interviste

Di Caro: “Il Napoli si è indebolito con l’addio di due protagonisti. Sull’allenatore”

Giuseppe Ferrara

Il vice direttore de "La Gazzetta dello Sport" ha analizzato il momento e le difficoltà del Napoli in questa prima parte di stagione

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Andrea Di Caro, vice direttore "Gazzetta dello Sport".

Di Caro: "Il Napoli ha le potenzialità per rientrare tra le prime quattro"

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Di seguito le sue parole: “Se ritengo che tra Cairo e De Laurentiis ci sia il feeling giusto per delle trattative sui calciatori? Quando ci si siede intorno ad un tavolo per un affare da concludere, anche quelli che possono essere stati dissapori del passato o idee diverse su tanti aspetti, sono opinioni o linee divergenti, ma non trovo ci siano ostacoli indipendentemente dalla posizione di Tameze. Spesso ci si mette un mediatore in mezzo a fare da raccordo, ma gli interessi sono tali per i club per i quali non vedo problemi a chiudere affari. Non so se possa riguardare Tameze o se invece Tameze resta al Torino e non c’è possibilità di farlo partire. È andato molto bene in questa prima parte di stagione, è molto stimato da Juric e dall’ambiente Torino, non è facile portarlo via".

Sul VAR: "Se guardiamo le ultime due partite ci sono due episodi abbastanza chiari contro Genoa e Verona su gol da annullare per falli di giocatori dell’Inter. Ho visto degli errori del Var anche per altre squadre durante la stagione. È chiaro che quelli dell’Inter essendo venuti consecutivamente sono rimasti negli occhi, ma non credo che ci sia un atteggiamento voluto di aiuto dei varisti nei confronti di alcune squadre, penso però che sia arrivato il momento di fare delle scelte nette. Credo che ci siano arbitri e alcuni varisti che hanno ormai nel loro curriculum talmente tanti errori clamorosi che non è più possibile ripresentarli. Non penso che il designatore Rocchi, per il quale ho anche stima e che reputo sia bravo, stia tenendo in panchina i nuovi Collina e si ostini con Nasca, Pairetto junior e Abisso per diletto. Parlo degli arbitri che spesso finiscono sulla bocca di tutti e sui giornali per errori ripetuti negli anni. Tutti gli anni ci scontriamo con i 3/4 gravi errori di Abisso, quest’anno Nasca è stato il Var di Genoa-Milan in occasione del gol di Pulisic, è stato il Var di Juventus-Bologna, è stato il Var di Inter-Verona, ad un certo punto si dice che tre indizi facciano una prova, qua spesso di indizi ce ne sono anche molti più di tre".

Sul Napoli: "Thiago Motta era stato sentito e contattato da De Laurentiis che in passato ha avuto la capacità di portare a Napoli allenatori importanti e anche a sorpresa come Sarri che veniva dall’Empoli. Quindi con Thiago Motta sarebbe stata un’operazione simile, però non è riuscita probabilmente per il tipo di organizzazione che il Napoli si stava dando in quel momento. Credo che alcuni allenatori contattati da De Laurentiis siano rimasti non particolarmente soddisfatti dall’organizzazione societaria che gli veniva presentata, del progetto che gli veniva presentato, non della rosa del Napoli che aveva appena vinto lo scudetto. Ci sono delle scelte difficili, ma non va indebolita la struttura che il Napoli ha visto indebolirsi con l’addio di due protagonisti che sono stati Giuntoli e Spalletti".


"Pensare che Giuntoli e Spalletti potessero essere sostituiti semplicemente da altri interpreti e non ritenere che a quel punto pur partendo dovessero essere sostituiti da dei big. Il Napoli, dopo Spalletti e con uno scudetto sulle spalle avrebbe dovuto puntare il tutto per tutto su un grande allenatore, io insisto su Antonio Conte, cioè su un allenatore che preso con una squadra che aveva vinto lo scudetto e a cui garantire comunque la permanenza dei giocatori importanti, qualche differenza sul mercato, ma una struttura all’altezza. Se perdi Spalletti, devi rilanciare con uno che possa anche essere diverso da Spalletti, ma di grandissimo profilo. Oltre a provarci o ad offrire fino ad un certo punto tutti i soldi che servono, è una questione societaria, di struttura, perché se vai da un allenatore importante e gli spieghi, o così almeno si vocifera, che tanto al Napoli ci sei tu, che vicino alla squadra ci sei tu, le grandi squadre sono organizzate in maniera diversa. Come è stato organizzato il Napoli che ha vinto. Il mantenimento di un grande progetto quando vanno via dei protagonisti così importanti, non è il pensare che non fossero così importanti e la loro viene suddivisa un po’ per uno e si fa a meno, ma è quello il momento in cui si va a prendere quello importantissimo che non faccia rimpiangere nè dal punto di vista calcistico, nè soprattutto dal punto di vista della tenuta della struttura che dopo uno scudetto diventa tutto più difficile. Qualsiasi allenatore ci spiega che rimanere a certi livelli e rivincere uno scudetto è più difficile che vincerlo. In certe piazze come per esempio Roma, Napoli e Firenze non si è mai vinto più di uno scudetto di seguito, allora è solo statistica o qualcosa che vive della difficoltà di mantenere i piedi per terra, l’umiltà, la struttura, l’organizzazione. Se vuoi rimanere a quel livello, e il Napoli ne ha la possibilità, se vanno via dei protagonisti che valgono 9, devi andare a prendere quello che vale 10 perché dà il segnale. Se invece pensi che quello da 9, in realtà il merito suo era 7 e quindi ti accontenti di prendere dei profili di seconda fascia, è l’inizio della fine o quantomeno l’inizio di possibili problemi che il Napoli purtroppo ha avuto in questa prima parte di stagione e che nulla mi lascia pensare che la stagione del Napoli possa ribaltarsi in positivo. Può e deve assolutamente migliorare, perché questa rosa ha ancora tutte le potenzialità per arrivare quarta in campionato”.

 

 

 


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