L'estate del Napoli è stata caratterizzata dal caso Osimhen. Si poteva gestire meglio questa situazione? Era proprio impossibile la convivenza con Conte e Lukaku?
"Secondo me si era rotto un meccanismo già dalla scorsa stagione, penso che il giocatore puntava ad andare via. Oltre che il Napoli voleva vendere e monetizzare. Questo non si è realizzato e penso sia stato un problema di natura economica per il club. Fondamentalmente stiamo parlando di un calciatore che farà e continuerà a fare tanti gol. Probabilmente in quel momento storico con Conte non avrebbe avuto spazio, perché l'allenatore predilige Lukaku. Però sono convinto che se non fosse arrivato lui Conte comunque sarebbe riuscito a inserire anche Osimhen così come ha fatto con gli altri giocatori. Osimhen lo conosco bene perché l'ho visto tanti anni fa, in Belgio nel 2018 quando giocava nello Charleroi. E mi ero confrontato anche con Micheli del Napoli perché in quel momento poteva andare alla Sampdoria. La Samp in quel momento però non aveva lo slot libero per gli extracomunitari e non poteva tesserarlo, anche il Napoli non lo prese e andò al Lille. Ma si vedeva già allora che era un attaccante forte e destinato a fare tanti gol e che aveva qualcosa in più. Nel 2018 lo Charleroi lo dava via in prestito con diritto di riscatto a 13 milioni, poi il Napoli decise di investire su di lui ma lo pagò anche parecchio. Se è un rimpianto per le italiane che in estate cercavano la punta? Bisogna analizzare bene il carattere dei calciatori. Secondo me Osimhen era arrivato mentalmente a non voler restare più in Italia, altrimenti qualche squadra italiana molto probabilmente avrebbe approcciato con il Napoli. Anche se sarebbe stato difficile venderlo a una diretta concorrente".
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