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interviste

Juventus, capitan Danilo racconta della sua depressione: “Volevo mollare il calcio”

Filippo Maddaloni
Le dichiarazioni rilasciate dal capitano della Vecchia Signora

Durante una lunga intervista al The Players Tribune, il capitano della Juventuse del Brasile, Danilo, si è messo a nudo, raccontando del periodo di depressione che ha affrontato. Di seguito le sue parole.

Danilo: "Sono umano, ero depresso e non vedevo una via d'uscita"

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"Sono umano. Non sono sempre stato al mio meglio. Durante la mia prima stagione al Real Madrid mi sentivo depresso. Mi sentivo perso, inutile. In campo non riuscivo a fare un passaggio di cinque metri. Fuori dal campo, era come se non riuscissi nemmeno a muovermi. La mia passione per il calcio era scomparsa e non vedevo una via d’uscita. Non mi vedevo più come Baianinho, il figlio di Baiano (è così che chiamano il padre, ndr). Mi vedevo come Danilo, quello che aveva “firmato un contratto da 31 milioni di euro”, come riportavano i giornali. Quando giocammo contro l’Alaves, pochi mesi dopo l’inizio della stagione, Theo Hernandez mi rubò la palla e crossò per Deyverson che segnò. Vincemmo 4-1, ma era un errore che al Real Madrid non si può commettere. Non dimenticherò mai di essere tornato a casa quella sera e di non essere riuscito a dormire. Scrissi sul mio diario: <<Credo sia arrivato il momento di abbandonare il calcio>>. Avevo 24 anni. Non ho detto a nessuno quello che provavo. Casemiro ha cercato di aiutarmi, ma io ho “ingoiato il rospo”, come si dice. E il rospo è diventato sempre più grande. Ma dopo alcuni mesi di sofferenza, ho iniziato a vedere uno psicologo che mi ha davvero salvato la carriera. La lezione più importante che mi ha insegnato è stata quella di vedere il gioco attraverso gli occhi di un bambino. Ho dovuto ricordare le mie radici e la gioia di giocare non per fama o denaro, ma per divertimento. La mia carriera è stata salvata in quel momento, devo ringraziare alcune persone: i miei terapisti e i miei figli. I miei due ragazzi". Poi la depressione stava per tornare quando nel 2022 il Brasile è stato eliminato dal Mondiale in Qatar: "Avevo 30 anni. Avrei potuto dire: <<Ok, ho avuto una buona carriera. Ma ho già raggiunto il mio massimo. Ora posso rilassarmi>>. Ma ho fatto il contrario. Ho iniziato a parlare ogni giorno con il mio terapeuta. Ho iniziato a leggere di più. Ho iniziato a sfidare me stesso per essere un leader migliore. Ed è stato allora che tutto si è illuminato per me".