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interviste
Il presidente del Lecce Pantaleo Corvino ha rilasciato una lunga intervista a Tv Play circa i suoi obiettivi al Lecce, sul Napoli e Hjulmand e su un retroscena di mercato.
Di seguito le dichiarazioni del presidente del club salentino a Tv Play: "Il Napoli è avviato verso la conquista dello scudetto, è una macchina perfetta e al momento non vedo nessuna avvisaglia che questa macchina possa rompersi. Mi è piaciuto molto il lavoro fatto da Giuntoli, Spalletti e la società. I giocatori degli azzurri sono tutti di qualità, di certo quello che emerge più di tutti è Kvaratskhelia".
Su Hjulmand (accostato al Napoli): "Non posso smentire né confermare che le grandi abbiano cercato Hjulmand. Ora però dobbiamo essere tutti concentrati, ma non posso smentire che ci sia tanto interesse su di lui e quei club che si sono avvicinati abbiamo dovuto fermarli, ora c’è l’obiettivo salvezza e non vogliamo distrazioni da parte di nessuno. Abbiamo un traguardo primario che sarà molto importante per la vita futura del club: consolidarsi in Serie A. Questo si può fare mantenendo un modo di lavorare in questo modo, la nostra priorità è quella di arrivare al 4 giugno e fare questo miracolo".
Sugli obiettivi con il Lecce:"Non sono un genio, sapete tutti che si lavora per obiettivi. Quindici anni fa lasciai il Lecce in Serie A e quando sono tornato il mio obiettivo era quello di riportare il club in alto, è stato un esercizio non facile dovuto soprattutto alla creazione di un laboratorio di idee che ci ha portato a raggiungere determinati traguardi: tornare in A, riportare la Primavera in A1, creare risorse tecniche. Anche se mancano 15 giornate, bisogna arrivare fino alla fine, ci siamo seduti partendo per salvarci e bisogna vedere quando ci alzeremo. In Serie A vincere una partita non è facile e siamo qui ancora in trincea per cercare di arrivare fino in fondo".
Su Vlahovic:"Non sono io quello che può consigliare il futuro a Vlahovic, quando l’ho preso era minorenne. Ora è maggiorenne e sarà capace da solo di decidere insieme a chi gli sta vicino. Già era maturo quando lo presi, immaginiamoci adesso. Quando vedi un giovane come lui che viene pagato 80 milioni di euro e tu hai rischiato e magari ti sei preso qualche rimprovero per aver tolto uno slot da extra alla prima squadra, pagandolo un milione e mezzo. Questo è il rischio di quelli come me che devono puntare di più sulle potenzialità che sulle qualità conclamate. È logico che poteva sembrare una cosa non coerente, ma quelli come noi i rischi se li devono sapere prendere".
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