Convince il gioco della ripresa, con Anguissa motore del gioco e pronto a firmare l'ultimo gol. Un cenno del destino sembra invece il primo. Da ricordare la circostanza.
Con il Napoli in svantaggio per il rigore provocato dall'impeccabile Lobotka, due elementi sembrano sottotono. Si pensa che rischino il cambio. McTominay che appare come un bagaglio senza indirizzo in un deposito postale. L'altro Lukaku che batte la testa contro i giganti della difesa udinese. All'improvviso come accade nelle più dinamica regia, McTominay lancia in profondità. Come contro il Milan e come si ripeteva nell'Inter 2021 di Conte. Lukaku diventa la gigantografia di se stesso, una proiezione ingrandita sullo schermo dell'immaginazione e dei ricordi, Lukaku che avanzava inarrestabile lasciando alle sue spalle Giannetti, che rotola poi nel disperato tentativo di aggrapparsi al superman belga. Fuori Kvara, c'è Neres. Già visto in soli 395 minuiti prima, ma sempre efficace, si rivela molto più che un ricambio. Diverso dal georgiano che insegue i suoi coreografici dribbling ma si impone per velocità, frequenza di passo ed anche coraggio. Solo chi ne ha va a segnare il secondo gol del Napoli resistendo a quattro avversari, peccato che il tiro conclusivo sia deviato. Un'autorete tutt'altro che fortunosa. Una sofferenza il duello per il giovane e statuario difensore danese Kristensen. Avanti così, il Napoli ha ritrovato il senso del gioco. In verticale. Mai più tornare al recente passato".
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