Come sta andando l’esperienza in panchina e che allenatore è Tevez?
"Passionale, uno che ci mette l’anima tutti i giorni. Giochiamo un calcio dinamico: pressing alto e grande attenzione alla fase offensiva. Coi miei giocatori sono un martello, ho avuto grandi maestri…".
Per esempio?
"Mi ispiro a Conte per la passione e l’ossessione per la vittoria, da Bielsa ho preso l’attenzione ai dettagli e da Ferguson mi porto la grande calma nella gestione del gruppo. Ma di bravi ne ho avuti tanti, penso a Mancini e Allegri. Se ne devo dire uno però, scelgo Antonio".
Che obiettivi ha per il futuro?
"Prima di tutto migliorare. So che questa è una palestra e mi devo giocare bene le mie carte. Ho fatto un’ottima carriera da giocatore, vorrei riuscirci anche da allenatore. Mi piace un sacco e non pensavo mi potesse appassionare così tanto. Penso molto all’Italia, chi lo sa se in futuro ci sarà occasione".
Chiusura col suo arrivo alla Juve
"Dovevo andare al Milan, ma non dipese né da me né da Galliani. C’è sempre stata stima e molto rispetto. Poi ogni volta che giocavo col Milan facevo benissimo. La Juve si mosse bene, un po’ anche in segreto e riuscì a prendermi. Chissà però che le strade col Milan non si possano incrociare di nuovo. Magari da tecnico…".
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