"Spostandoci nella Capitale, i Friedkin hanno acquistato l’Everton. Hanno parlato, poi, dell’esonero di De Rossi, definendolo “Una scelta dolorosa”. C’è stata un’indiscrezione lanciata da “Il messaggero”: sarebbe stato individuato Andrea Chiavelli quale nuovo CEO della Roma, ma De Laurentiis non ha voluto saperne. In questo nuovo calcio, la società strutturata è importante tanto quanto il settore tecnico? Non c’è dubbio. La società strutturata ha determinato, anche in campo, le sorti della squadra. Ovviamente la squadra che ha un certo tasso tecnico. Perché l’equilibrio, la tranquillità, la possibilità di gestire i momenti di difficoltà che sempre ci sono in un campionato, dipendono dalla capacità del management. Oggi più che mai. Questo è evidente se guardiamo a tutte le squadre che hanno una struttura societaria e manageriale ben definita. Con competenze chiare. Laddove questo non avviene abbiamo sconquassi. Abbiamo esempi anche molto vicini. Roma e la Roma dei Friedkin è una ulteriore prova di quanto sto dicendo. In questi mesi, anzi in questi 4 anni, i Friedkin hanno speso tantissimo: più di un miliardo, dall’acquisto della Roma. Quello della capitale è un club che brucia 10/15 milioni al mese. E che è stato caratterizzato, in questo periodo, da una incapacità manageriale: sono cambiati diversi allenatori, negli ultimi mesi. Mourinho e De Rossi: due icone sono state abbattute. Ma anche a livello di management, negli ultimi 4 anni sono cambiati i vertici più e più volte. Quindi è mancato un chiaro indirizzo. Ora arriva, per di più, anche l’acquisto dell’Everton. Che crea una multiproprietà, un pò più atipica rispetto a quelle società che si equivalgono dal punto di vista economico. E che vorranno delle sfide ulteriori. In questo senso c’è stata la nota della proprietà per tranquillizzare il popolo giallorosso. Però i fatti ci dimostrano che la stabilità del management va creata in maniera più chiara di quanto non sia stato fatto a Roma negli ultimi tempi".
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