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interviste
LONDON, ENGLAND - OCTOBER 26: Antonio Conte, Manager of Tottenham Hotspur gives their side instructions during the UEFA Champions League group D match between Tottenham Hotspur and Sporting CP at Tottenham Hotspur Stadium on October 26, 2022 in London, England. (Photo by Clive Rose/Getty Images)
A Radio CRC, nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”, è intervenuto Antonio Toma, vice di Conte all’Atalanta, che ha parlato del tecnico salentino:
“Che ne penso di Conte in questo Napoli? Lui all’estero non andrà più. Vuole rimanere in Italia. Le piazze importanti da allenare sa bene quali sono. Ci sono Napoli, Roma e Milan. Non penso ad un ritorno alla Juventus. Il Napoli è una piazza, ai tempi dell’Atalanta ne parlavamo sempre io e Conte, era impressionato. Conte è in grado di arrivare e cambiare la testa ai giocatori. Io sono stato due anni con Conte, l’anno del Bari e quello dell’Atalanta. Faceva sempre la difesa a 4 ed era perfetta. È maniacale sulla difesa, in Italia ancora ci devono arrivare, ma lui sta proprio avanti. Nelle prime partite fece 15 punti, poi ci fu un episodio che cambiò il suo percorso, io gli dissi di andare via perché non c’era modo di continuare all’Atalanta. Era caparbio, voleva andare avanti, ma si mise contro di lui Doni, cosa che non dovrei dire. Poi mi disse che avevo ragione. Conte è in grado di subentrare in una squadra e cambiare la testa ai calciatori, basta guardare Lukaku al Chelsea e all’Inter.
Conte non è un allenatore che dice “voglio allenare per forza i top player”, perché molti che ha avuto non erano top player, in molti solo lui ci credeva. Esiste una materia che si chiama visione selettiva, possiamo guardare la stessa partita, ma Antonio Conte la vede in un altro modo. Andammo a giocare a Piacenza, vincemmo la partita e disse di essersi innamorato di un giocatore del Piacenza. Era Nainggolan, era un giocatore di cui nessuno parlava. In 90 minuti lo aveva visto. Potrei essere io il suo vice a Napoli? Non fatemi fare troppi salti. Giuntoli mi ha inseguito per 5 anni, ma io ero in categorie superiori. Mi ha sempre seguito. Con Antonio Conte ci andrei di corsa, ma non siamo stati mai amici nella vita. Parlavamo solo di lavoro e basta. Poi sono stato io a dire che volevo andarmene, provando ad andare da solo, un esperimento sbagliatissimo. Ho allenato tutte le categorie solo per togliermi soddisfazioni”.
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