L'allenatore ha parlato dell'inizio stagione degli azzurri
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Casale, allenatore della Juve Stabia primavera nonché ex giocatore di Napoli e Cagliari. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Casale: "Conte ha riportato serenità all’ambiente"
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Come procede l’avventura con la selezione giovanile delle vespe? E, perché i giovani hanno difficoltà ad emergere in nazionale maggiore?
“La mia esperienza prosegue bene, è una squadra sotto età, e questo campionato serverà loro per migliorarli. Giocare a livello giovanile è diverso rispetto al livello maggiore, soprattutto perché c’è la mescolanza con giocatori stranieri che hanno valore: per i giovani italiani si presentano sempre delle difficoltà per emergere. Le altre nazioni hanno normative diverse per accedere nelle nazionali, mentre qui in Italia non è possibile tesserare giocatori dalla residenza diversa. È un handicap non indifferente, ed è un danno. Le nazionali sono miste, con ragazzi naturalizzati, o che acquisiscono la nazionalità. Per superare certi ostacoli si deve allargare la base dei ragazzi che giocano: noi ci allenavamo e giocavamo tanto, le ore di scuola calcio sono di meno, mentre dal 2006 è in calo discendente la mole di produzione di giovani che, altrove, già dalla scuola, fanno progetti. Se le scuole calcio sono concepite che bastino poche ore alla settimana per fare calcio, non emergeranno mai talenti veri. Il calcio è come la scuola: si dovrebbe continuare a giocare anche dopo che fai scuola calcio. Negli anni novanta ho tenuto un corso nel Cilento per i docenti isef che potevano essere abilitati per insegnare calcio, poi è stato tolto: potenzialmente poteva essere un progetto per insegnare il calcio nelle scuole”.
Con i due nuovi scozzesi, secondo lei Lobotka ed Anguissa rischiano il posto?
“Prima ancora che iniziasse il campionato era proprio l’approccio al 3-4-3 visto che i due mediani del Napoli non sono adatti a questo modulo di gioco: le distanze che, oggi, devono coprire, sono troppo lunghe per le loro caratteristiche. Alternativamente, devono coprire in difesa e devono supportare in attacco. Questi acquisti mi fanno pensare che uno dei due cederà il posto. A meno che, non si cambi modulo: attuare un 3-5-2, quindi con tre centrali di centrocampo. Ci vuole tempo per adattarsi”.