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La gufata di Cobolli Gigli: “L’ultimo campionato del Napoli forse non è ripetibile”

Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto l'ex presidente della Juventus

A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. A seguire le sue principali parole.

Le parole di Cobolli Gigli

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“Il Napoli già quando c’ero io era temibilissima, tornavamo a casa da Fuorigrotta, quasi sempre battuti. L’ultimo campionato del Napoli che forse non è ripetibile, è stato eccezionale. Sono stato forse uno dei pochi a segnalare il rischio dell’acquisto di Ronaldo. Non perché non sia un grandissimo giocatore, ma perché non riusciva ad amalgamarsi con la squadra e quindi faceva grandi cose ma tra lui e la squadra c’era una grande differenza. Quello che è stato fatto da Andrea Agnelli è passato. Adesso la Juventus deve tornare nelle righe di una società quotata in borsa. Seguire delle regole e non perdere 230 o 240 milioni di euro ogni anno. Sono felice che ci sia un presidente come Ferrero che è una persona capace e anche i collaboratori scelti mi pare siano persone responsabili. Le prime dichiarazioni di Giuntoli mi sembrano in linea con la linea di una società che deve ripulire la rosa e guardare all’euro e non al milione di euro".

Sul Napoli

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"Se il Napoli manterrà l’organico, ha tutto, gli manca solo una cosa: l’allenatore che ha amalgamato i giocatori e si è portato dietro la fiducia degli stessi. Garcia è un buon allenatore. Ma è nuovo e deve conquistarsi la fiducia dei giocatori che devono dimenticarsi di Spalletti e deve fare un po' di sforzo per imporre alla squadra il suo metodo ed il suo stile di gioco. Questo può comportare qualche piccolo problema da risolvere. La Juventus se riuscisse ad essere tranquilla e trovare un gioco migliore dell’anno scorso, ha il grande vantaggio di non giocare le coppe. Per cui potrà giocare settimana dopo settimana senza lo stress psicofisico delle coppe. E competere in campionato non per arrivare quarta, ma per avvicinarsi quanto più possibile allo scudetto".