Il noto giornalista va controcorrente rispetto alla massa
Umberto Chiariello, giornalista di fede partenopea, è intervenuto ai microfoni di Canale 21 per commentare il pareggio a reti bianche del Napoli in casa della Lazio.
"Se deve morire, che Mazzarri muoia alla sua maniera!", le parole di Chiariello
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Di seguito quanto dichiarato:
"Compatta, solida e umile: questa è la squadra che Mazzarri ha costruito in Arabia con Fiorentina, Inter e stasera Lazio. Se Mazzarri deve morire, calcisticamente parlando, che muoia alla sua maniera. Sarà stato questo il suo pensiero, un po’ per le defezioni e un po’ perché, al di là delle dichiarazioni di facciata, questo è il suo calcio. Dopo la Salernitana, nonostante le sue clamorose parole sul bel gioco, si è reso conto che così non poteva andare avanti. Scimmiottare Spalletti non è nelle sue corde. Il Napoli visto con la Salernitana è il punto di non ritorno, è l’anti-calcio. Palleggio all’indietro sterile e stucchevole che non serve a nessuno, ma il gol di Rrahmani è il crocevia di una stagione. Quel gol cambia la stagione del Napoli, perché il calcio è fatto di tattica e strategia ma anche di emozioni, convinzione e forza mentale che contano di più a volte della disposizione in campo.
In Arabia Mazzarri ha scelto di lasciare il pallino che giocano di più e di fare il palleggio per quello che lui concepisce, come uno strumento difensivo. C’è un particolare però. Ha curato la fase difensiva, ha messo la squadra con uno schieramento a cinque, difende a quattro a centrocampo e lascia una sola punta davanti. Un 5-4-1 che ha prodotto una vittoria insperata, larga e pure meritata con la Fiorentina, che è andata a sbattere e non ha mai tirato in porta. La grande Inter uguale, è stata deludente. E’ passata solo al 91’ e con un uomo in più immeritato. E oggi la Lazio, tranne un paio di occasioni, ha prodotto zero. Ricordate una parata di Gollini? No. Da questo punto di vita a Mazzarri va fatto un plauso. Una squadra scombiccherata che prendeva tante palle gol, l’ha sistemata dietro. Però un attimo, il calcio ha due fasi: quella difensiva e quella offensiva. La fase offensiva di Mazzarri è non pervenuta. Si, ha fatto tre gol alla Fiorentina, che è una squadra che ha amnesie difensive croniche nel gioco di Italiano fin dallo Spezia. Ma con l’Inter ha fatto un tiro in porta. Quest’anno ha raggiunto l’apoteosi: in due partite all’Olimpico contro Roma e Lazio il Napoli non ha fatto un tiro in porta. Al punto posso dire che mi vanto, che con il mio peso e i miei anni se avessi giocato al posto di Rui Patricio e Provedel non avrei sfigurato. Non avrei toccato palla.
Questo punto è prezioso? No, è preziosissimo! Siamo bene contenti che il Napoli è sceso in campo per lo 0-0, l’ha portato a casa e l’obiettivo l’ha raggiunto. Ma se parliamo di una logica di breve periodo il discorso ci sta. Il Napoli, dopo averla battuta, è a -4 dall’Atalanta, che in questo momento preoccupa ed è rullo compressore. La squadra di Sarri senza Immobile e Zaccagni mancava dell’attacco, ma non ha approfittato delle tante assenze del Napoli. Tra i titolarissimi del Napoli mancavano Osimhen e Kvara, scusate è poco. Gli altri che mancavano non erano titolari, fondamentalmente al Napoli era senza attacco e senza Anguissa. Ma sono i principi di gioco, più che della disposizione in campo che lasciano perplessi. Il Napoli non ha proprio idea di come attaccare, non ci prova neanche. Il Napoli oggi ha paleggiato perché ha seguito le vecchie indicazioni di Nils Liedhom: il miglior modo per difendersi è tenere la palla, ‘se ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno loro e non ci possono fare male’. Ottimo principio difensivo che il Napoli ha ben applicato.